28.6.12

Arditi (da "micropolis" - giugno 2012)

Ganzer
L’hanno chiamata “Ardire” l’operazione, disposta dalla Procura di Perugia, che all’alba del 13 giugno ha portato all’arresto di dieci anarchici (due già in carcere), con la pesantissima accusa di terrorismo. Se non fosse che la sospensione della libertà di una persona è una cosa maledettamente seria, ci sarebbe da ridere. Sì, perché è stato proprio “ardimentoso” riproporre a distanza di meno di cinque anni lo stesso copione con gli stessi attori: si corre il rischio di un identico fiasco.
Colpiscono, infatti, le analogie con l’operazione Brushwood, rivelatasi in gran parte un ballon d’essai. Forse vale proprio la pena ricordare che il teorema accusatorio messo in essere dalla Pm Manuela Comodi è stato pesantemente ridimensionato dai giudici del Tribunale di Terni che, poco più di un anno fa, hanno emesso sentenza nei confronti dei 4 giovani spoletini bollati come “eco-terroristi”. Per due di loro nessuna associazione sovversiva, solo scritte sui muri e danneggiamenti.
Per gli altri due il riconoscimento del reato associativo ha comunque comportato una pena molto ridotta rispetto a quella chiesta dal Pm, segno di un quadro probatorio incerto, che sarà complicato per l’accusa ripresentare in appello.
Eppure a leggere i giornali sembra che la memoria di cronisti e commentatori si sia inceppata. Anzi, qualche ardimentoso, non esita, anche a costo di figuracce, a risalire proprio alla vicenda dei giovani spoletini come momento originario di questo nuovo “male” destinato a travolgerci. Non ci stanno facendo mancare nulla: riflettori sugli “eroi” salvatori e pesanti ombre sui “mostri”, interviste-tappetino, l’immancabile parere dell’esperto (nella verde Umbria anche il terrorista vive meglio?). Insomma un vero e proprio circo Barnum.
Nessuno che si sia preso la briga non diciamo di aprire un’inchiesta parallela, ma quantomeno di assumere una posizione deontologicamente corretta e quindi equidistante da accusa e difesa. Le uniche fonti sono quelle inquirenti: veline, appunto. Nessuno che abbia ricordato che l’indiscusso protagonista di questa replica, il capo dei Ros generale Giampaolo Ganzer, il prossimo settembre andrà in Appello per tentare di ribaltare la condanna a 14 anni di detenzione che, nel luglio 2010, il Tribunale di Milano gli ha inflitto per avere costituito un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Era doveroso farlo.

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