1.6.12

Ingegneria e belle arti. Proteste contro la Torre Eiffel


La lettera con la quale quarantasette artisti e intellettuali si opposero alla costruzione della Tour Eiffel apparve sui giornali il 14 febbraio 1887. Tra quelle righe, oltre a considerazioni di diversa natura, veniva posta una domanda: «Può la città di Parigi associarsi all’immaginazione barocca, alle mercantili fantasie di un costruttore di macchine, insozzandosi irrimediabilmente, disonorandosi? poiché la Tour Eiffel, che neppure l’America dall’anima commerciale vorrebbe, è senza alcun dubbio il disonore di Parigi». L’episodio doveva essere noto a Benjamin, che nelle prime pagine di Parigi capitale del XIX secolo, contenute in Angelus Novus, avrebbe scritto: «Il concetto di ingegnere, che deriva dalle guerra rivoluzionarie, comincia ad affermarsi, e cominciano le lotte fra costruttori e decoratori, Ecole Polytechnique ed Ecole des Beaux-Arts». In calce alla lettera nella quale deflagrava lo scontro tra l’ingegneria e le belle arti, oltre alla firma di Maupassant comparvero quelle di Alexandre Dumas figlio, del compositore Charles Gounod e di Charles Garnier, l’architetto dell’Opéra di Parigi.
Attirati dalla fama di quella «torre vertiginosamente ridicola che sovrasta Parigi come l'oscura e gigantesca ciminiera di una fabbrica che tutto schiaccia sotto la sua barbara mole» in molti accorsero a Parigi, e tra loro Van Gogh, Gauguin, e persino Edison, ognuno in cerca di successo.

"il manifesto", 23 giugno 2011

Nessun commento:

Posta un commento