25.6.12

Maria Tegami (di Trilussa)

Trilussa curò nei primi anni del Novecento una rubrica per il “Travaso delle Idee”, le Confessioni di Maria Tegami, lettere di un personaggio immaginario che in prima persona narra e commenta con ignara innocenza eventi privati e pubblici. Poi le raccolse in un volumetto, da regalare ai lettori, che si apriva con una Autobiografia dell'autrice. Eccone un assaggio. (S.L.L.)
Carlo Alberto Salustri - Trilussa
A sette anni venne un signore dall'America col barbone vestito di nero che era mio padre. Fui messa in collegio a S. Dionisio dove ci sono rimasta fino a diciotto anni. Mia madre mi veniva a trovare un giorno sì e uno no, con uno grasso e calvo, che era pure mio padre. Molte volte baciavo quell'uomo dalle gratelle del parlatorio avanti alla superiora e mi pareva che nell'amplesso superficiale lui non fosse paterno come si deve. […]
Io pure comprendevo che l'affare non era liscio e un giorno che lui venne solo ci dissi a bruciapelo: “Ma è proprio vero che tu sei mio padre?”.
Lui, che si vedeva davanti una bambina che ci faceva un discorso così serio, diventò rosso, tossì e mi rispose: “No, bambina. Io sono un perito agrimensore”.

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