28.7.12

Complicità in omicidio ("micropolis" luglio 2012 - S.L.L.)


Un ipocrita
La sequenza delle cosiddette “morti bianche” in Umbria continua implacabile. Le denunce sindacali di gravi inadempienze di imprenditori e pubbliche amministrazioni scorrono ripetitive come l’acqua sul marmo. Perfino noi, che vorremmo mantenere alta l’attenzione e l’indignazione, a volte stiamo zitti per sfuggire alla vuota retorica.
Nell’incidente mortale degli scorsi giorni alla Proma, un’azienda metalmeccanica di Umbertide, c’è un motivo di particolare riflessione. Il lavoratore è stato ucciso da un pezzo di ferro che, rimbalzato dalla pressa, lo ha colpito sbalzandolo parecchi metri lontano e spappolandogli il fegato: era un immigrato marocchino quarantenne e quello era il primo dei suoi 40 giorni da interinale.
Come di rito, un’inchiesta accerterà eventuali responsabilità o, al contrario, imputerà l’accaduto al fato, all’imperizia, a una qualche trascuratezza. A noi dà fastidio l’espressione “morti bianche”, che mistifica l’originaria formula “omicidi in camice bianco” e occulta le responsabilità di padroni, dirigenti e capireparto, come dell’intero sistema di sfruttamento: spesso gli incidenti sono delitti e così vanno chiamati.
Nello specifico non abbiamo elementi per valutare i comportamenti dell’azienda, ma un concorso di colpa è evidente. Non sono innocenti le leggi che consentono ai padroni di affittare i lavoratori per pochi giorni o addirittura poche ore la forza lavoro, che sottraggono agli operai, insieme al posto fisso, la conoscenza delle macchine e delle situazioni, l’abitudine che è fonte di sicurezza. Grazie alla cosiddetta “flessibilità” oggi si è sballottati da una fabbrica all’altra, da una macchina all’altra, da una mansione all’altra, senza possibilità di imparare bene, di inventare e mettere in atto le precauzioni del caso.
La trafila è partita con il pacchetto Treu, è proseguita con la legge Maroni-Biagi e arriva alle riforme della lacrimosa Fornero con approvazione bipartisan.
Quanta ipocrisia nell’onorevole Verini quando ripete come un’ignobile solfa, “ennesima tragedia di una infinita catena non degna di un Paese civile”!
Stia zitto e si vergogni!

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