18.7.12

Genova, 15 agosto 1892. Il programma del Partito socialista

Il Congresso di fondazione del Partito socialista iniziò il 14 agosto con le schermaglie polemiche tra gli anarchici e i socialisti, sia su questioni procedurali, sia sulla questione che più divideva, la partecipazione alle elezioni, sia - infine - sulla possibilità di una convivenza nello stesso partito. Le associazioni che avevano mandato delegati erano forse 394 e di natura assai diversa: Società di mutuo soccorso, Circoli socialisti, Cooperative, Leghe di Resistenza, Comitati elettorali, Gruppi di propaganda, ecc. Questo carattere assai eterogeneo si conservò nel Congresso successivo del 1993, poichè lo Statuto prevedeva che al Partito potessero aderire tutte le associazioni che ne accettavano il programma. Solo con il III Congresso, del 1995 si affermò il principio dell'adesione individuale. Il distacco dell'organizzazione politica da quella sindacale fu graduale: si può dire compiuto solo nel 1906, con la formazione della CGL (Confederazione Generale del Lavoro). 
Il 15 agosto, mentre gli anarchici rimasero nella Sala Sivori, i socialisti si riunirono nella Sala dei Carabinieri Genovesi, una società democratica che nel nome ricordava un famoso reparto di volontari garibaldini. Fu in quella giornata che venne approvato il programma presentato da Turati, di chiaro indirizzo socialista, mentre una prima bozza era in realtà assai eclettica. Il partito non si chiama ancora "socialista", ma Partito dei Lavoratori, ma socialista è già il suo programma. L'aggettivo l'anno successivo verrà aggiunto al nome che diverrà Partito socialista del Lavoratori Italiani.
Ecco di seguito il testo del programma fondamentale. (S.L.L.) 
Considerando
che nel presente ordinamento della società umana gli uomini sono costretti a vivere in due classi; da un lato i lavoratori sfruttati. dall’altro i capitalisti detentori e monopolizzatori delle ricchezze sociali:
che i salariati d'ambo i sessi, d'ogni parte e condizione, formano per la loro dipendenza economica il proletariato, costretto in uno stato di miseria, d'inferiorità e di oppressione;
che tutti gli uomini, purché concorrano secondo la loro forza i creare e a mantenere i benefici della vita sociale, hanno lo stesso diritto a fruire di cotesti benefici, primo dei quali la sicurezza sociale dell'esistenza;

riconoscendo
che gli attuali organismi economico-sociali, difesi dall'odierno sistema politico, rappresentano il predominio dei monopolizzatori delle ricchezze sociali e naturali sulla classe lavoratrice;
che i lavoratori non potranno conseguire la loro emancipazione se non mercé la socializzazione dei mezzi di lavoro (terra, miniere, fabbriche, mezzi di trasporto, ecc.) e la gestione della produzione;

ritenuto
che lo scopo finale non può raggiungersi che mediante l'azione del proletariato organizzato in Partito di Classe, indipendentemente da tutti gli altri partiti, esplicantesi sotto il doppio aspetto:
1) Della lotta di mestieri per i miglioramenti immediati della vita operaia (orari, salari, regolamenti di fabbrica, ecc.), lotta devoluta alle Camere di Lavoro ed alle altre Associazioni di arti e mestieri.
2) Di una lotta più ampia intesa a conquistare i poteri pubblici (Stato, Comuni, Amministrazioni pubbliche, ecc.) per trasformarle, da strumenti che oggi sono di oppressione e di sfruttamento, in uno strumento per l'espropriazione economica e politica della classe dominante;

i lavoratori italiani, che si propongono la emancipazione della propria classe, deliberano:
di costituirsi in Partito, informato ai principi suesposti e retti dal seguente Statuto.

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