10.9.12

Bernardo Axtaga e la sua lingua basca (Maria Teresa Carbone)

Bernardo Axtaga
L'ultimo numero della «Threepenny Review» ospita un intervento del basco Bernardo Atxaga intitolato La mia prima lingua.
«Scrivo in una lingua strana. Le sue forme verbali, ... le voci con le quali designa le cose antiche / - i fiumi, le piante, gli uccelli - / non hanno sorelle in nessun luogo della terra» notava Atxaga nel prologo al suo primo libro pubblicato in Italia, le intense storie di Obabakoak (Einaudi 1991).
Sullo stesso tema lo scrittore torna oggi, osservando però come questo isolamento fosse anche lo stimolo per una maggiore consapevolezza linguistica: «Nel '60, nella piccola località del Paese basco in cui vivevo, avevamo una maggiore o minore familiarità con cinque lingue, l'euskara, il castigliano, il latino, il francese e l'inglese».
Atxaga sente quanto sia necessario sottrarsi alla «stereotiposfera» che sembra avvolgere le lingue minoritarie: «Ci sono lingue che ci segnano più profondamente di altre. Questo è il caso per me del basco, e non perché porti con sé, come sostengono alcuni, una particolare visione del mondo, ma per la sua storia, una storia aspra in cui la mia famiglia, i miei amici, le persone della mia generazione e io stesso siamo stati coinvolti».

“il manifesto”, 23 dicembre 2006

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