14.10.12

Il vecchio e la mula storna (dalle "Mille e una notte")

… il vecchio narrò:
“O sultano e capo dei geni, questa mula era mia moglie, da cui mi dovetti allontanare per un anno intero, in capo al quale feci ritorno dal mio viaggio. Giunsi di nottetempo e trovai uno schiavo nero coricato con lei nel letto, ed essi erano intenti a discorrere, vezzeggiarsi, ridere, baciarsi e giocherellare.
Appena mi vide, ella si affrettò verso di me con un vaso in cui era dell'acqua, pronunziò su questa alcune parole e me la versò addosso dicendo: — Esci da queste sembianze e prendi quelle di cane -. Subito dopo divenni un cane, ed ella mi scacciò di casa.
Uscito dalla porta, mi misi in cammino, finché giunsi alla bottega di un macellaio e mi misi a rosicchiare degli ossi.
Quando mi vide il macellaio, mi prese e mi condusse a casa sua, dove sua figlia nel vedermi si copri il volto dicendogli: — Conduci un uomo ed entri presso di noi con lui? - Dov'è l'uomo? — chiese il padre.
Rispose la fanciulla: — Questo cane è un uomo, stregato da una donna; ma io posso liberarlo -. Udendo queste parole, il macellaio la scongiurò, in nome di Dio, di liberarmi, ed ella prese un vaso con dell'acqua, pronunziò sopra di essa delle parole, poi me ne versò un po' addosso, invitandomi ad uscire da quelle sembianze e riprendere le mie.
Ripresa che ebbi forma umana, le baciai la mano e manifestai il desiderio che stregasse mia moglie come questa aveva stregato me.
La fanciulla mi diede un po' di quell'acqua e disse: - Quando la vedrai addormentata, versale addosso quest'acqua ed ella prenderà la forma che tu vorrai.
Cosi feci, e trovatala addormentata versai su di essa il liquido e le ingiunsi di prendere l'aspetto di una mula.
Subito ella si trasformò in mula, ed è questa che vedi qui coi tuoi occhi, o sultano e capo dei re dei geni.
Poi il vecchio si rivolse alla mula, domandandole se era vero quanto aveva narrato, ed essa fece cenno con la testa affermando...”

da "Le Mille e una notte", Traduzione integrale dall'arabo diretta da Francesco Gabrieli, Einaudi, 1972

Nessun commento:

Posta un commento