10.11.12

«Sono mesi, forse anni che non ricevo più mie notizie» (Giorgio Caproni)

Il 7 ottobre 2002, il Corriere della Sera pubblicava, “per gentile concessione dei figli Mauro e Silvana”, frammenti inediti del diario di Giorgio Caproni, risalenti al settembre 1944. Ne riprendo alcuni. (S.L.L.)
«Vi sono donne da letto e donne da intelletto. Ma vi sono anche buone madri di famiglia, intollerabili come le chiocce. (Intollerabili tutte, meno una: la propria madre, un cumulo di rovine e di lacrime e di irreparabili colpe sulle nostre spalle, per nostro perpetuo inferno)».

«Quando vedrò una gallina camminare all'indietro mi convincerò ch'essa ha un' anima».

«Perché non mi si fraintenda: anche la pietà, la charitas cristiana è un atto contro natura, una potente affermazione dell'anima. E forse, per quanto la conosco, anche la teoria comunista. E contro natura è il "cuore", che non è né delle bestie né tantomeno delle piante e dei sassi».

«Sono mesi, forse anni che non ricevo più mie notizie. Ho finito col perdermi totalmente di vista, con lo smarrirmi nel labirinto delle informazioni. (Non ho ancora tribolato abbastanza per meritarmi la convinzione ch' io nel mondo conto meno che nulla? Finirò, cuore agro e spaventato, di occuparmi di me stesso per pensare un poco al prossimo?) (Intanto ho fatto una scoperta: sono terrorizzato dall' idea di poter essere ucciso dagli uomini. Tutta la montagna del mio egoismo si rovescia contro questo diritto altrui ch' io mi rifiuto di riconoscere. Non so se la notizia d' una morte naturale m' incuterebbe lo stesso orrore.) (Un' altra informazione su di me: sono un uomo cui un fucile spianato, o anche il timore della possibilità di ciò, può far retrocedere, anzi senz' altro fa retrocedere. Non dico in guerra, di fronte a un plotone nero. Mi pare perciò che sia proprio inutile, ormai, ch' io pensi ancora alla possibilità di lasciare qualche eterna parola)».

«Sull' anima, ancora. Per quanto detto tanto mi irrita il pianto inflessibile dei bimbi, quando vogliono l' assoluto trionfo della loro volontà. Esso poggia sulla stessa assoluta certezza di colui che, volendo bere, apre il rubinetto. Bisogna dimostrare per tempo ai bambini che il prossimo non è il rubinetto, cioè una cosa meccanica, e che non esiste, inter animas, una catena logica fra cause ed effetti. Bisogna schiacciare (spezzare) subito tale certezza nel cranio dei ragazzi. Aumenterà altrimenti, nel corso della vita, la loro infelicità. Un pianto invece cui non so dare ascolto è quello che non chiede nulla, bensì lamenta senza speranza di trarre profitto... uno stato d' indigenza. Pianto (quasi un canto) puro. L' unico pianto ammissibile, quello cui anche volendo non sarebbe in alcun modo possibile porger soccorso. E' un pianto del tutto ignoto alle bestie - tranne forse quando sono in punto di morte».


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