6.12.12

1986. Gheddafi contro Reagan

Nella rubrica di ritagli del "manifesto", Vuoti di memoria, Alberto Piccinini il 27 agosto 2011, pubblicò un dispaccio di agenzia risalente a molti anni prima sulle dichiarazioni di Muhammar Gheddafi dopo i bombardamenti sulla Libia decretati dal presidente USA Ronald Reagan. Forse da quella notizia e da quelle prese di posizione s'intende molto di quanto sarebbe accaduto dopo, fino ad oggi. (S.L.L.)

Tripoli, 17 aprile - Il colonnello Muammar Gheddafi ha parlato iersera alla televisione libica. Dopo un saluto alle popolazioni arabe, Gheddafi ha chiesto alla nazione araba di interrompere le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti. Egli ha plaudito alla posizione dei paesi arabi che hanno manifestato contro l'aggressione. Ed ha detto che ciò da corpo, fattivamente, all’unità araba. Gheddafi ha poi detto: «Allah è il più grande. Più grande dell’America, più grande del patto Nato. La grandezza, qui, è di un piccolo stato che fronteggia da solo le flotte americane e nordatlantiche. Noi in Libia – ha sottolineato - non abbiamo ordinato di uccidere nessuno, e non siamo responsabili delle operazioni avvenute in Europa od altrove». «Noi in Libia lavoriamo per unificare la nazione araba e per liberare l'intera Palestina e non siamo nè degli assassini nè terroristi come asserisce Reagan». Egli ha aggiunto: «E’ Reagan l'infanticida. E’ lui che ha mandato i suoi aerei per distruggere le nostre case, le nostre scuole, le nostre fattorie ed ammazzare i nostri bambini e le nostre donne. Noi non lasceremo il nostro lavoro per realizzare l'unità della nazione araba e non ci spaventeranno le incursioni degli aerei di Reagan, che delira per folle violenza». Il colonnello Gheddafi ha poi elogiato la posizione della Francia che ha rifiutato l’uso del proprio spazio aereo agli aerei americani che hanno attaccato il popolo arabo libico. (Ansa-Jana, 17 aprile 1986)

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