10.12.12

La poesia del lunedì. Edmondo De Amicis (1846 - 1908)

Io mi levo ogni dì verso le sei
E divoro una cantica di Dante,
E più lo studio, e più mi par gigante,
E più lo leggo, e più lo leggerei.

Poi scrivo (non lo dico altro che a lei)
Qualcosa per la Giovine elegante;
Poi vo a sentire il professor Cascante
E a girellare un po' per i musei.

Verso le sette torno a casa a pranzo,
Apro un giornale, butto giù un sonetto,
Sfoglio l’Antologia, leggo un romanzo;

E vo' innanzi così sino a dieci ore,
E poi mi porto quasi sempre a letto
Qualche poeta o qualche prosatore.

1 commento:

  1. Passo interi giorni a non far niente
    Guardo la perfezione di un chiodo alla parete
    Un quadro appeso e la cornice
    O il lampadario che dal soffitto scende
    E penso
    - Quanto è grandiosa l’inerzia che dall’oggetto passa alla mia mente! –

    Tutto ciò che è senz’anima mi attende
    Il lampadario (come un’idea spenta) pende
    Vado allora, accendo e si trasforma l’ambiente
    C’è una bimba che mi guarda sorridente
    Era la sua foto e aveva pochi anni
    Forse un carnevale, dietro c’è la banda
    Ma tutta quella gioia non si sente

    Torno a spegnere la luce, come il soffio una candela
    Anche il pensiero si ritira come la risacca e la sua scìa
    Raccolgo le conchiglie in un bicchiere
    Mi siedo alla mia tavola e mi invito
    Poi metterò i pensieri al quadernetto
    E porterò le ossa dentro al letto
    Stefania

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