4.2.13

A Elena Binni. Una lettera di Aldo Capitini

Aldo Capitini
Aldo Capitini morì a Perugia il 19 ottobre 1968, per i postumi di un intervento chirurgico. Aveva poco meno di 69 anni. Scrisse qualche ora prima dell’“operazione” la lettera che qui “posto”, diretta a Elena Binni, amica da molti anni, e moglie di Walter Binni, il più antico dei suoi allievi, sodale in molte esperienze di democrazia di base e di lotta non-violenta.
E’ forse l’ultima lettera di Capitini: quasi tutta orientata verso il “privato” non appare, a una prima lettura, un “testamento politico”. Ma forse lo è. Per l’inesauribile amore per l’umanità che sorregge il suo discorrere, per i propositi di impegno che lo conclude. (S.L.L.)
Elena Binni (con François Mauriac) a Parigi nel 1953
Perugia, 7 ottobre 1968
Cara Elena,
Tra poche ore mi faranno l'"operazione". Questa notte, pensando di mandare un saluto a te soltanto, facevo il conto degli anni che ti conosco, e mi tornava in mente il 1932, e te alla lezione di Momigliano. Sono, dunque, trentasei anni. Molte volte ti ho ringraziato della serenità e della grazia che tu hai dato nella vita (e continuerai per molto tempo a dare), e ti ringrazio anche in questo momento in cui debbo avere la massima umiltà circa l'avvenire. Sono certo che anche un elemento della mia salute, proprio della salute, è stata la tua conoscenza, il tuo stile. Perché tu lo sai, che io credo che noi riceviamo e riceviamo, e dobbiamo tener desta la gratitudine.
La cosa questa mattina è molto semplice; sto bene, e il [...] viene prospettato senza particolare gravità. In fondo, la cosa ha anche un aspetto problematico e suscita curiosità, perché si tratta di vedere quanto e come reggerà questo strumento che porto con me da più di sessant'otto anni. La cosa è anche singolare, perché i medici dicono che in questi giorni la cistifellea è ridotta ai minimi termini: più facile sarà il loro lavoro, poi farò la mia parte.
Sta sicura che avrò persone a occuparsi di me nel giorno e nella notte.
Se anche con te posso tracciare programmi e conforti per "dopo", ci metto certamente i nostri incontri e le gite, la gioia del conversare, di rivedere i paesaggi, di discutere con voi e i vostri figli, ma ci metto anche tenaci piani di lavoro per le idee e per gli ideali, studiare di più e lavorare di più e meglio in un momento tanto importante, che tutti ci giudica.
Vi abbraccio tutti,
con affetto Aldo

Da Agli amici. Lettere 1947-1968, Edizioni dell'asino, 2011

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