3.2.13

Unità in lei. Una poesia di Vicente Aleixandre

Corpo felice che fluisce tra le mie mani,
volto amato dove contemplo il mondo,
dove graziosi uccelli si rispecchiano in fuga,
volando alla regione dove nulla si oblia.

La tua forma esterna, diamante o duro rubino,
brillìo di un sole che tra le mie mani abbaglia,
cratere che mi invita con l'intima sua musica,
con quella indecifrabile chiamata dei tuoi denti.

Muoio perché mi lancio, perché voglio morire,
perché voglio vivere nel fuoco, perché quest'aria di fuori
non è mia, ma il caldo alito
che se m'accosto brucia e dora le mie labbra dal profondo.

Lascia, lascia che guardi, posseduto dall'amore,
arrossato il volto dalla tua vita purpurea,
lascia che guardi il più remoto clamore delle tue viscere
dove muoio e rinunzio a vivere per sempre.

Voglio amore o la morte, voglio morire totalmente,
voglio essere te, il tuo sangue, questa lava ruggente
che irrigando rinserrata le belle membra estreme
sente così la bellezza dei confini della vita.

Questo bacio sulle tue labbra come una lenta spina,
come un mare che volò mutato in specchio,
come il luccicare d'un'ala,
è ancora mani, è un ritorno dei tuoi capelli fruscianti,
un crepitare della luce vendicatrice,
luce o spada mortale che sul mio collo minaccia,
ma mai potrà distruggere l’unità di questo mondo.


Unidad en Ella
Cuerpo feliz que fluye entre mis manos,
rostro amado donde contemplo el mundo,
donde graciosos pájaros se copian fugitivos,
volando a la región donde nada se olvida.

Tu forma externa, diamante o rubí duro,
brillo de  un sol que entre mis manos deslumbra,
cráter que me convoca con su música  íntima,
con esa indescifrable llamada de tus dientes.

Muero porque me arrojo, porque quiero morir,
porque quiero vivir en el fuego, porque este aire de fuera
no es mío, sino el caliente aliento
que si me acerco quema y dora mis labios desde un fondo.

Deja, deja que mire, tenido del amor,
enrojecido el rostro por tu purpúrea vida,
deja que mire el hondo clamor de tus entranas
donde muero y renuncio a vivir para siempre.

Quiero amor o la muerte, quiero morir del todo,
quiero ser tú, tu sangre, esa lava rugiente
que regando encerrada bellos miembros extremos
siente así los hermoso límites de la vida.

Este beso en tus labios como una lenta espina,
como un mar que voló echo un espejo,
como el brillo de un ala,
es todavía una manos, un repasar de tu crujiente pelo,
un crepitar de la luz vengadora,
luz o espada mortal que sobre mi cuello amenaza,
pero que nunca podrá destruir la unidad de este mundo.

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