11.3.13

Elogio della melagrana (Carlo Bogliotti – Slow Food)

Su un ritaglio trovo questo elogio della melagrana, meritatissimo credo. Lo “posto” subito, anche se fuori tempo, perché la stagione giusta arriva per ogni frutto. (“E poi verrà l’autunno” – cantava Cocky Mazzetti, credo). (S.L.L.)

Si tratta di una coltivazione che in Italia é presente ovunque (dalle rosse fuoco della collina di Torino alle ottime di Pachino in Sicilia), anche se nessuno la pratica in maniera intensiva o industriale. Per questo, se il prodotto è italiano, avremo la certezza che non sia stato trattato con prodotti chimici e sia completamente naturale. Diciamo «se il prodotto è italiano» perché in Europa esistono alcune coltivazioni intensive, che danno le melagrane che poi si trovano più facilmente nei nostri supermarket. In particolare, la zona di Elche in Spagna ha sviluppato una monocoltura redditizia che, con tonnellate di prodotto, monopolizza quasi tutta la grande distribuzione europea. Ma ora, in stagione, al mercato non è difficile trovarne di autoctone, che non saranno soltanto più sane ma anche molto più buone, perché le varietà italiane (su tutte la «Dolce nostrana») sono le più gustose. E' dunque strano che non ci siano piccole economie di territorio basate sulla melagrana nel nostro Paese: potrebbe essere un'idea interessante.
Il coreografico frutto si coglie prima che si apra per lasciar cadere i semi e, non essendo una coltivazione industriale (in Italia), si può comprare con rami e foglie attaccati: non a caso è spesso usato per scopi ornamentali. Simbolo di fertilità in diverse culture ed emblema della città spagnola di Granada (cui ha dato il nome, in spagnolo melagrana si dice «granada»), la melagrana però è fantastica in cucina. Per aprire la sua buccia coriacea è meglio eliminare la parte dove sta iniziando ad aprirsi, dividerla a spicchi senza staccarli e immergerla dieci minuti in acqua. Poi si pulisce facilmente a mano nell'acqua stessa: i chicchi vanno a fondo, membrane e buccia galleggiano. Chicchi lucenti e d'un bel colore rosso acceso, dolci e un po' aciduli, piccoli gioielli che sono validi come decorazione di un piatto ma hanno tanta sostanza. Il succo di melagrana pare sia un toccasana; confetture e ricette per dolci sono altamente consigliate, mentre c'è chi con successo prepara risotti o la abbina alle carni, soprattutto di maiale. La spagnola costa da 1,5-2 euro al chilo, l'italiana va da un euro fino a quattro a seconda dei luoghi e dal soggetto da cui la comprate, ma ne varrà comunque la pena.

“La Stampa”, 29 ottobre 2011 

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