Il senatore Domenico Scilipoti, eletto in Calabria nella lista Pdl |
Una soluzione seria e duratura
Dopo i sorprendenti risultati delle elezioni del 24 e 25 febbraio, le discussioni e le ipotesi sulla natura e composizione del nuovo governo, nonché sulle forze che dovrebbero assicurare la fiducia in Parlamento, si moltiplicano e si prolungano.
Com’è noto, la coalizione politica di centro-sinistra guidata da Bersani, grazie al Porcellum che garantisce un premio di maggioranza spropositato (e perciò criticato dalla stessa Corte Costituzionale), con meno del 30 per 100 dei voti validi, ottiene un’amplissima maggioranza, più di 340 seggi su 630. Al Senato, questo assurdo meccanismo premiale, assegnato regione per regione, viene però diviso tra la coalizione che fa capo a Bersani (124 seggi con poco più del 31% dei voti) e quella della destra che fa capo a Berlusconi (118 seggi con poco meno del 31 per cento dei voti).
In entrambi i rami del Parlamento risulta sacrificato dall’ottuso maggioritarismo il Movimento a 5 Stelle, che debutta da vero e proprio vincitore ed è alla Camera il primo partito con circa il 25 % dei voti validi, ma appena 110 seggi (il Pd, con meno voti, ne ottiene 290).
Al Senato i senatori cosiddetti “grillini”, dal cognome dell’ex intrattenitore che fa da portavoce e megafono al movimento 5 stelle, sono 54 (il Pdl di Berlusconi, con due punti percentuali in meno, elegge ben 99 rappresentanti).
A queste forze vanno aggiunti gli eletti di un raggruppamento centrista che fa capo a Monti, alla testa del governo di “tecnici” tuttora in carica, che al Senato raccoglie 18 seggi.
Ottenere un voto di fiducia dalla Camera dei deputati non dovrebbe essere un problema per un governo espresso dalla coalizione di Bersani, dove i deputati Pd e Sel sono in netta maggioranza; ma al Senato il fiducia a un governo Bersani è cosa molto difficile, anche perché la coalizzabilità tra le forze politiche rappresentate al Senato è molto scarsa. Tanto più che il Movimento 5 Stelle non sembra temere l’ingovernabilità e si comporta come forza antisistema decisa a mandare a casa tutti gli altri prima possibile. Il Pd e Sel, dal canto loro, escludono ogni sorta di accordo con la destra di Berlusconi e con la Lega Nord. L’unico accordo (relativamente) facile appare quello tra il centro-sinistra di Bersani e la Scelta Civica di Monti: la probabile riottosità di Vendola e del suo piccolo partito (Sel) si smorzerebbe rispetto allo stato di necessità.
Ma neppure un governo Pd-Sel-Civici può ottenere la fiducia senza altri apporti. La coalizione parte da uno zoccolo duro di circa 140 senatori, ma per raggiungere la maggioranza assoluta nel voto di fiducia ne occorre ancora una ventina di senatori, disposti a consentire l’insediamento del governo di minoranza. E non mi pare possibile che i Grillini conceda la fiducia.
Allora, più che ai partiti e ai gruppi, bisognerà rivolgersi alla coscienza dei singoli senatori. Bersani, o un altro presidente incaricato del centro-sinistra, potrebbe costituire il governo e rivolgere in Parlamento un forte appello al senso di responsabilità di ognuno. Si tratta di convincere una ventina di senatori tra grillini, leghisti e berlusconidi, ad accordare la fiducia, anche tecnica, al nuovo governo. Il grosso dovrebbe venire dal Pdl, il partito di Berlusconi. Molti si aspettano, conoscendo il suo passato di attaccamento alle istituzioni, un atto di coraggio del senatore Scilipoti, già dipietrista, questa eletto in Calabria nelle file del Pdl al sesto posto. Nella scorsa legislatura, quando la scissione finiana faceva ritenere imminente la fine del governo Berlusconi, lo Scilipoti si sentì richiamato dal senso di responsabilità a votare la fiducia per evitare la crisi. Grazie a lui e a qualche altro deputato di opposizione il governo del Cavaliere poté proseguire nella sua opera. Lo Scilipoti fondò, subito dopo, alla Camera dei deputati, il “gruppo dei Responsabili”.
Ora le sue prime dichiarazioni da senatore sono per il dialogo tra tutti gli schieramenti e critiche verso i veti di Bersani e Grillo, ma aggiunge che comunque “il paese ha bisogno di un governo”. Una volta persuaso lo Scilipoti, il centro-centro-sinistra potrebbe affidare a lui un ruolo di persuasione nei confronti di altri senatori: potrebbe nascere un nuovo gruppo parlamentare di Responsabili, questa volta al Senato, più bello e più forte che pria.
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