14.3.13

Ulisse a colori (di Pietro Citati)

In occasione di una nuova edizione e traduzione dell’Odissea omerica promossa dalla Fondazione Lorenzo Valla, il settimanale “Panorama” organizzò nel 1981 una sorta di tavola rotonda sul poema. Vi parteciparono, moderati dal giornalista Corrado Augias, il traduttore Aurelio Privitera, Pietro Citati, Enzo Siciliano e Italo Calvino. “Posto” qui un intervento di Citati con l’interlocuzione di Augias. (S.L.L.)
Pietro Citati
Citati. Due aggettivi definiscono Ulisse. Da una parte egli è multiforme, per meglio dire l'uomo che si gira in tutte le direzioni. Dall' altra Ulisse è il « poikilometes » cioè l'uomo che ha la caratteristica della « poikilia ». Che cosa è questa « poikilia »? Ulisse è l'essere colorato, l'essere variegato. Variegato come può esserlo un tappeto o un quadro. Ma lo stesso aggettivo può anche riferirsi ai labirinti, agli oracoli, può riferirsi ai nodi di Circe. Quindi Ulisse è colorato come la bella apparenza e ha il carattere dell'enigma, della linea tortuosa. Ulisse è un carattere curvo, sinuoso. Ma perché Ulisse ha la bellezza dell'apparenza e la tensione dell'enigma? Perché deve fronteggiare una realtà che non è fissa, come lo è, relativamente, quella bellica di Achille, ma una realtà in continuo movimento. Se la realtà è mobile, se lui incontra la varietà dei casi, Ulisse dev'essere ancora più vario e deve trasformarsi. Ulisse ha la sua verità nel carattere di Proteo perché anche Proteo è una specie di Ulisse. Proteo si trasforma in tutto: acqua, fuoco, albero. Così dev'essere Ulisse.
Ma Ulisse è anche un grande ar¬tigiano. Egli fa tutto con le mani: il falegname, il muratore, il calafato. Ma è anche astuto. Il suo capolavoro infatti è al tempo stesso un capolavoro di artigianato e di astuzia, il cavallo di Troia.
Panorama. Non c'è incompatibilità in questo rapporto tra l'artigiano e il bugiardo, l'uomo preciso e il millantatore?
Citati. Per la mente greca le due qualità dell'artigianato e dell'astuzia erano le stesse. Le qualità, si diceva allora, della «metis». Quest'intelligenza insieme astuta e ingannatrice, alla quale noi diamo oggi un connotato negativo, era allora protetta dagli dei. Atena ed Ermete sono della stessa pasta di Ulisse, hanno le sue stesse qualità. In questo senso Ulisse incarna una forma religiosa della realtà.

“Panorama”, 26 ottobre 1981

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