3.4.13

Marco Polo non parlava cinese (di Giorgio Melis)

Il breve articolo che segue, su Marco Polo visto dalla Cina, risale al 1982, l'anno del kolossal televisivo intitolato all'autore del Milione. E' tratto da "L'Espresso", ma sul ritaglio mancano numero e data. (S.L.L.)
L'antica statua in pietra del leone sul cosidetto Ponte Marco Polo, nei pressi di Pechino
La rivista pechinese "Shijie Lishi" (Storia mondiale) ha dedicato recentemente un saggio a Marco Polo. L'autore è lo storico Tang Xiren, che da anni studia l'argomento. Ogni cinese di cultura anche elementare conosce il nome di Marco Polo. Il viaggiatore veneziano del secolo XIII è presentato in tutti i libri di storia come il simbolo dei contatti culturali tra Cina e Occidente.
La forza del simbolo è tale, da far sorvolare un particolare storico tutt'altro che trascurabile: Marco Polo è stato infatti in Cina (diventandovi un funzionario statale) durante il periodo di dominazione dei mongoli, che si servirono a profusione di personale straniero per tenere meglio a bada i sudditi cinesi. Un accenno all'italiano che fece da ponte tra Cina ed Europa è di prammatica nei discorsi dei dirigenti pechinesi ad esponenti italiani culturali e politici. Si preferisce ripetere il luogo comune, piuttosto che oscurare il simbolo precisando che l'avventuroso veneziano contribuì a dare man forte al Gran Khan Qubilai, successore di Gengis Khan.
Il Milione, dettato da Marco Polo a Rustichello da Pisa durante la prigionia di Genova, è stato studiato in tutti i dettagli. Gli specialisti occidentali pensano di averne ormai esaurito l'analisi. Gli studiosi cinesi (professor Tang, professor Xu) sono invece d'avviso che non sono ancora completi i controlli ed i confronti tra i documenti storici cinesi e i dati raccolti dal viaggiatore veneziano di sette secoli fa. L'articolo di Tang Xiren si colloca in questa prospettiva di ricerca, e fa parte degli studi storici ravvivati nel dopo-Mao.
Marco Polo, nonostante i 17 anni passati in Cina, non imparò il cinese. Nel Milione descrive un bel ponte di pietra, nei pressi di Pechino, che chiama "Pusangin" in persiano, la lingua orientale che conosceva. Gli occidentali lo denominarono ponte Marco Polo. Il ponte, ripetutamente riparato nei secoli, è ancora in uso. I cinesi lo chiamano Lugouqiao, "Ponte del fossato delle canne". Per una delle tante ironie della storia, proprio un incidente militare sul ponte Marco Polo diede il via nel 1936 all'invasione della Cina da parte delle truppe giapponesi.

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