24.7.13

Julius Evola (di Umberto Eco)

Julius Evola
I Protocolli dei Savi Anziani di Sion hanno «il valore di uno stimolante spirituale rivelando orizzonti insospettati e attirando l'attenzione su problemi fondamentali di azione e conoscenza, che soprattutto in queste ore decisive della storia occidentale non possono essere trascurati o rimandati senza pregiudicare gravemente il fronte di coloro che lottano in nome dello spirito, della tradizione, della civiltà vera».
Una organizzazione segreta è intesa a «sviluppare una azione unitaria e invisibile, alla quale sarebbero da riferirsi i principali focolai di pervertimento della civiltà e società occidentali: liberalismo, individualismo, egualitarismo, libero pensiero, illuminismo antireligioso, con le varie appendici che conducono sino alla rivolta delle masse e allo stesso comunismo».
Questa congiura internazionale è guidata dagli Ebrei: «È il dovere, per l'Ebreo, di non riconoscere alcuna legge che non sia la sua legge» e «distruggere ogni sopravvivente resto di vero ordine e di differenziata civiltà... È Ebreo Freud, la cui teoria s'intende a ridurre la vita interiore a istinti e forze inconscie... lo è Einstein, col quale è venuto di moda il "relativismo"... Schoenberg e Mahler, principali esponenti di una musica della decadenza. Ebreo è Tzara, creatore del dadaismo, limite estremo della degrada¬zione della cosiddetta arte d'avanguardia... La "mentalità primitiva" è in gran parte una scoperta dell'Ebreo Levy-Bruhl, così come all'Ebreo Bergson si deve una delle forme più tipiche dell'irrazionalismo».
«Ebrei sono Wassermann, Doeblin, e, con essi, tutta una schiera di romanzieri, nelle cui opere sempre torna una larvata, corrodente critica contro i principali valori sociali... Saremmo così ingenui da considerare, di nuovo, in tutto ciò, un "caso"?... È la razza, è un istinto che qui agisce: come è della natura del fuoco il bruciare... Questa è ormai l'ora, in cui le forze sorgono dappertutto alla riscossa, perché ormai il volto del destino a cui l'Europa stava per soggiacere si è reso chiaro... Che l'ora del "conflitto, di cui tutto il mondo non ha ancora visto l'eguale" le trovi raccolte in un unico blocco ferrato, infrangibile, irresistibile».
Queste parole venivano scritte nel settembre 1937, a prefazione di una nuova edizione dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Quanto abbiano contato i Protocolli per far gassare sei milioni di ebrei, lo si sa. Chi ha scritto queste parole è un triste e dissennato figuro chiamato Julius Evola, che negli ultimi anni la Nuova Destra ha riproposto come pensatore di rango, mentre alcuni imbecilli della nuova sinistra hanno concesso che in fondo, sì, l'uomo aveva alcune qualità (preciso che queste che ho citato sono tra le pagine più razionali di Evola, la maggior parte delle altre è occultismo da operetta di cui si vergognerebbe il mago Otelma).
Ma certe rivalutazioni culturali lasciano il segno. La settimana scorsa a Bologna, nel vivo della campagna per le elezioni delle rappresentanze studentesche, è apparso un manifestino fascista che invitava «cannibali, beduini e rabbini» a uscire d'Italia.
Malgrado il rozzissimo disegno, si comprende facilmente che il cannibale, con l'anello al naso sta per il Terzo mondo, sudicio e frocio; il beduino, con bomba e pugnale, per gli studenti arabi che risiedono in Italia; il rabbino, evidentemente più pericoloso, perché su di lui preme uno scarpone chiodato SS che dovrebbe auspicabilmente spiaccicarlo, è una figura nota. Esce paro paro dai manifesti nazisti e da quelli della Repubblica di Salò, ha la stessa faccia trista e caprina. Ed è figlio dei Protocolli, ultimo freschissimo risultato della rivalutazione di Evola. E questo nella Bologna dell'attentato alla stazione…

L'ESPRESSO - 12 APRILE 1987

6 commenti:

  1. nicola cantalupo28/6/14 01:07

    condivido...il professor eco ha ragione al 100%. evola nn fu un filosofo, ma uno studios di esoterismo e scienze occulte di piuttosto scarso valore.

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  2. Meravigliosa a vedersi la maniera in cui la dignità prima artistica, poi filosofica e infine esoterica di Evola non solo riluce attraverso la coltre di menzogne scagliategli contro, ma anzi esse per prime contribuiscono al suo fuoco come combustibile. Riconoscere valore all'avversario è prerogativa indispensabile per un confronto dettato da altre ragioni che non la frustrazione, l'invidia ed un generale senso di inferiorità.

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  3. Il mio omonimo è ontologicamente un "coglionazzo"

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  4. C'è da dubitare che Eco abbia mai conosciuto o letto Evola ... Le sue sono parole al vento: dalle idee senza parole rappresentate anche da Evola alle parole senza idee di questo "stupefacente" erudito ...

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  5. All'ultimo anonimo, verosimilmente un fan di Evola, ricordo che l'articolo di Umberto Eco è costruito intorno a citazioni dello scrittore nazi-spiritualista, relative ai cosiddetti "Protocolli dei Savi di Sion". In questo caso chi commenta e critica senza aver letto non è certamente Umberto Eco.

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  6. Sì, ma è la definizione di "occultismo da operetta" riferita in generale all'opera di Evola che mi fa pensare a parole senza idee, a pregiudizi e superficialità da parte di Eco. Grazie comunque per la risposta, il blog è interessante e non banale

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