22.7.13

L'orribile fascino degli insetti (Antonio Monda)

Cornelia Hesse Honegger, Dopo Cernobyl: insetti morfologicamente modificati
NEW YORK - È possibile realizzare un'enciclopedia dichiaratamente parziale, piena di aneddoti e considerazioni personali, con un tono ironico e disincantato, che riesca tuttavia ad essere estremamente informativa, divulgativa, e piena di rivelazioni sorprendenti?
È quello che è riuscito a fare un antropologo di nome Hugh Raffles, il quale, dopo sette anni di lavoro, ha consegnato alle stampe un libro intitolato Insectopedia, con il quale affronta l' universo degli insetti, dal quale confessa di essere "ossessionato".
Raffles, che aveva già scritto un testo molto apprezzato sulla foresta amazzonica ( In Amazonia: a Natural History), struttura il libro lungo ventisei capitoli, uno per ogni lettera dell' alfabeto inglese, e parte spesso da un avvenimento personale. La reazione istintiva di ribrezzo che ebbe quando un grosso scarafaggio cadde dal soffitto sul piede mentre faceva la doccia, origina il capitolo della lettera "U": Unseen (non visto) racconta sia il disagio nei confronti di qualcosa che non conosciamo bene né vediamo regolarmente, sia l'attitudine degli insetti in questione costretti a vivere nell'ombra.
Ma perché questi animali, che generano spesso ribrezzo, sono anche molto affascinanti? Che tipo di paure ancestrali evocano, e perché gli scrittori li usano così spesso?
Sono domande alle quali Raffles risponde attraverso racconti, citazionie riflessioni che riescono a combinare la leggerezza con la profondità: si va dalla Metamorfosi di Kafka al Grillo Parlante di Pinocchio, con continui riferimenti al mondo della politica, nel quale l'insetto è stato utilizzato come insulto ma anche simbolo di abnegazione nel lavoro.
Il mondo animale è contraddistinto da violenze perpetrate senza alcuna coscienza, ma una volta superato lo smarrimento di fronte all'efferatezza di alcune situazioni (il racconto della mantide religiosa che divora la testa del compagno mentre questi la sta inseminando è sempre raggelante), Raffles ha particolarmente a cuore il rapporto con le nostre paure e la nostra fascinazione.
La lettera "G" indica Generosity, ma tratta in gran parte dei combattimenti organizzati a Shanghai tra grilli e locuste. Uno spettacolo assolutamente illegale, per molti versi simile al combattimento tra i galli in voga in Messico, nel quale i due insetti si sbranano a vicenda di fronte al pubblico entusiasta che scommette sul vincitore. È una tradizione antichissima, che l'autore racconta con un misto di orrore e suggestione, elencando i criteri di valutazione e di allenamento degli insetti campioni, per poi spiegare come esistano testi del tredicesimo secolo che celebrano la valenza culturale e sociale di questa tradizione. Nel Niger l'invasione delle locuste rappresenta una sciagura per i raccolti, ma quegli insetti sono anche un cibo prelibato: in fondo si tratta di animali non molto diversi dai gamberi.
Diverso il disagio procurato dal lavoro dell'artista Cornelia Hesse Honegger, che ha utilizzato come soggetto per i propri quadri gli insetti che vennero deformati dall' esplosione nucleare di Chernobyl. Tra le molte immagini pubblicate ci sono quelle di insetti schiacciati senza pietà: ancora una volta prevale un sentimento ambiguo, ma la ripetizione delle fotografie porta ad un senso di turbamento e Raffles cita Isaac Bashevis Singer: «la crudeltà nei confronti degli animali è moralmente corrosiva e porta a simili brutalità nei confronti della gente».
Gli insetti possono essere anche meravigliosi (lunghe le pagine dedicate alle farfalle e ad alcuni coleotteri) e spesso sono portati ad esempio per la laboriosità e l'allegria, come ricorda la favola della cicala e la formica. L'Insectopedia racconta che spesso gli accoppiamenti tra gli insetti avvengono tra animali dello stesso sesso, e si dilunga sulla diffusione di un'ampia serie di documentari che propongono filmati dettagliati sul sesso tra gli insetti.
Probabilmente il capitolo più inquietante è quello relativo alla lettera "J", come Jews (Ebrei), nel quale viene ricordata la simbologia degli orribili insetti portatori di malattie utilizzata dalla propaganda nazista. È uno dei tanti momenti in cui è evidente che il libro ha un approccio etico prima che scientifico. Come quando ricorda la battuta di Elias Canetti: «la distruzione di queste piccole creature è l' unico atto di violenza che rimane impunito anche tra di noi. Il loro sangue non rimane a macchiare le nostre mani, e così non ci ricorda il nostro. Non guardiamo mai fisso nei loro occhi».

“la Repubblica”, 2 aprile 2010

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