5.7.13

Stile fascista (dal “Vademecum” di Achille Starace)

Sul finire del 1939 a cura del partito nazionale fascista, venne pubblicato un libro dal titolo Vademecum dello stile fascista. Esso conteneva i Fogli di disposizioni del segretario Achille Starace, giudicati di grande importanza per insegnare agli italiani - come scriveva nella prefazione Asvero Gravelli - quali dovevano essere lo stile e le norme di vita dei veri fascisti.
È da questa raccolta - certamente non maliziosa - che sono tratti i brani che seguono.
(I Fogli staraciani uscirono quasi quotidianamente dalla fine del 1931 all'ottobre del 1939).

Starace a cavallo
* Alla parola « comizio » d'ora innanzi prego di sostituire la parola « raduno di propaganda ». Il comizio ci ricorda tempi superati per sempre.

* Il saluto romano non impone l'obbligo di togliersi il cappello.

* Nelle cerimonie ufficiali niente tubi di stufa sulla testa, ma la semplice camicia nera della rivoluzione.

* Spesso in luogo del prescritto pantalone nero lungo, o del pantalone nero corto, con stivali neri, viene indossato un pantalone a righe, residuo di tight!!! Il commento è superfluo.

* Il verbale di una vertenza fra camerati è stato chiuso con la formula: «Si sono riconciliati con una stretta di mano». La formula da adottare deve invece essere questa: «Si sono riconciliati salutandosi romanamente».
 * Nella corrispondenza fra camerati, anziché «all'Egregio», «all’Ill.mo», ecc. si scriva «al Fascista». Noto in proposito che la parola «fascista», pur essendo di natura aggettivale, quando si adopera come sostantivo va scritta con la iniziale maiuscola; va scritta minuscola quando invece si adopera come aggettivo.

* È fatto assoluto divieto di portare il collo della camicia nera inamidato.

* In questi giorni nelle cronache si è fatto largo uso del verbo «insediarsi». Che un gerarca debba come primo suo atto dare l'impressione di mettersi a sedere, proprio no. Si dica invece: «Ha assunto la carica o l'ufficio, o le funzioni, ecc.». Anche il frasario è un tratto del fronte sul quale, prima o poi, bisognerà decisamente puntare.

* Noto che da qualche tempo a questa parte si criticano, generalizzando, i cosiddetti «gerarchetti». Premesso che i «gerarchetti» non esistono, debbo rilevare che la trovata è di cattivo gusto. Ammetto che fra tanti ve ne possa essere qualcuno non all'altezza, ma confondere l'eccezione con la regola significa vivere fuori della realtà o, peggio, essere affetti da insita malevolenza. Nell'uno e nell'altro caso, in materia di requisiti fascisti, siamo all'ablativo assoluto.

* «Dedito alla stretta di mano», ecco la nota caratteristica da segnare nella cartella personale di chi persista in questa esteriorità caratteristica di scarso spirito fascista. L'annotazione è necessaria. L'esperienza fatta in questo campo ha dato eccellenti risultati per la valutazione di alcuni tesserati.

* La corrispondenza deve essere aggiornata. Niente caro camerata, caro Tizio, cara eccellenza. L'indirizzo in testa alla lettera è sufficiente. Niente saluti cordiali, saluti fascisti, o peggio devoti saluti fascisti, vive e deferenti cordialità fasciste, che fanno pensare al saluto romano con la riverenza.

* L'uso di annunciare «la posa della prima pietra» ricorda vecchi tempi. Il Fascismo annuncia l'inizio dei lavori o il primo colpo di piccone: annuncio dinamico e concreto.


da "Panorama", 15 novembre 1973

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