27.7.13

Tra Parigi e Rio. La giovinezza di Luciano Salce (Andrea Pergolari)

Luciano Salce, France Valeri, Vittorio Caprioli
Salce s’è diplomato in regia all’Accademia d’arte drammatica di Roma nel 1946 e, dopo aver fatto praticantato recitando in spettacoli di Visconti, Strehler, Costa e Fersen, durante una tournée a Parigi con Alberto Bonucci e Vittorio Caprioli si ritrovò in un locale di Parigi gestito addirittura da Paul Claudel, “La Rose Rouge”, a fare una specie di spettacolino improvvisato di tipo cabarettistico: esso in realtà era la ripresa di un usanza che si aveva a Roma al Teatro dell’Arlecchino ed era quella di recitare delle scenette rapide, brevissime, quasi degli sketch di tipo futurista, cui lo stesso Luciano Salce aveva partecipato ancora in giovane età (lo facevano per esempio degli intellettuali come Pannunzio e Flaiano). Caprioli, Bonucci e Salce rifecero appunto questo tipo di scenetta lì a Parigi ed ebbero un successo strepitoso: loro poi tornarono a Parigi nella stagione successiva presentandosi come il Complesso dei Tre Gobbi ed ottennero lo stesso successo. Erano delle scenette brevissime che duravano praticamente sotto il minuto, quasi delle freddure sceneggiate, satiriche ma di tipo surreale: non riprendevano un racconto realistico della realtà, ma facevano in modo che la satira sociale fosse affidata a una battuta che risultasse quasi un nonsense. Poi Salce se ne andò in Brasile alla fine del 1949 perché venne chiamato da Adolfo Celi, che era stato suo compagno di Accademia e che in Brasile aveva già iniziato un attività teatrale: così Salce fu sostituito nel complesso di Caprioli e Bonucci da Franca Valeri. Salce in Brasile fu una personalità molto importante, perché con Celi a Rio de Janeiro praticamente fece ripartire da zero il teatro, che non esisteva in Brasile, perciò per loro fu un divertimento ed insieme anche una cosa di grande prestigio perché, avendo campo libero, si potevano permettere di mettere in scena di tutto, anche quello che qua in Italia non era possibile perché era uno spazio occupato da personalità importanti che in Italia c’erano e in Brasile no. Perciò potevano fare esperimenti, potevano mettere in scena tutto quello che più piaceva loro, e Salce ebbe anche un paio di riconoscimenti, per gli spettacoli Convito aõ Baile da Anouilh e O Anjo de Pedra da Tennessee Williams, che fu nominata appunto la migliore messinscena del 1950. Ciò gli permise di lavorare anche al cinema e in televisione, perché nessuno lo sa ma lui fu anche uno dei pionieri della televisione in Brasile in quegli anni, mentre i due film che diresse furono scritti da Fabio Carpi, poi diventato uno dei più importanti sceneggiatori e registi italiani, ed allora ebbero lì grande successo. Sia Salce sia Celi lavoravano per una società che si chiamava Vera Cruz e che era tenuta da un finanziatore italiano, e quando questo è fallito loro sono rimasti senza più fondi: Celi ha resistito ancora qualche anno, mentre Salce è tornato subito in Italia, anche perché nello stesso momento Caprioli e Franca Valeri lo richiamarono per tornare insieme e lui fece con loro alla radio La zuccheriera e in teatro scrisse, diresse e interpretò un'altra commedia, L’arcisopolo, a metà fra la prosa vera e propria e il cabaret.

Postilla
La testimonianza è tratta da un'intervista rilasciata ad Alessandro Ticozzi per "Le reti di Dedalus", rivista on line del Sindacato Nazionale Scrittori. Pergolari è coautore con Emanuele Salce del volume Luciano Salce. Una vita spettacolare, Edilazio 2009.

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