Un articolo dell’anno scorso
riferisce i dati – più positivi che negativi – di una ricerca sulle buone
pratiche in uso negli Enti Locali a proposito degli animali domestici. Benché
il rapporto sia vecchio di un anno e più mi pare emblematico. A quel che si
legge sono poche amministrazioni comunali hanno risposto al questionario, tutte
le altre sembrano avere qualcosa da nascondere. Mi pare tuttavia giusta la
scelta di Legambiente di valorizzare chi fa bene e di diffonderne l’esempio.
(S.L.L.)
E’ stato difficile e faticoso,
anche con Comuni che avevano delle ottime "pratiche" che dovrebbero
condividere tutti. Ma perché non farle conoscere?».
Antonino Morabito di Legambiente
racconta con passione quella che è stata una vera e propria awentura, vale a
dire la preparazione del primo dossier «Ecosistema animali» (sarà presentato
domenica a Terrafutura, a Firenze). È la stessa passione che ha per gli
animali: a casa sua vivono in media quattro randagi alla volta, che raccoglie
per le strade.
«Ecosistema animali» racconta
l'Italia attraverso «le buone pratiche» per canili e gattili, tra microchip e
campagne di sterilizzazione.
«Abbiamo inviato centinaia di
questionari - racconta Morabito - ed è stata dura farsi rispondere. Ma noi
vogliamo che si conoscano queste iniziative e, così, un Comune che non sa come
risolvere un problema potrà trovare la soluzione "copiando"».
E alla fine i «Comuni a prova di
cani e gatti» arrivati sul podio sono Modena, Pordenone e Torino, che ottengono
da Legambiente una nota di merito. Esempi virtuosi per la gestione delle
strutture comunali e le attività di «microchippatura» per i cani. Ma anche per
piani di tutela delle colonie feline, per le campagne d'informazione sulle
leggi in materia di protezione animale, per i corsi di formazione con i quali
imparare a gestire fido e non solo. Ci sono anche iniziative per promuovere
l'adozione dei cani, i progetti di educazione nelle scuole e la possibilità di
trasportare cani e gatti sui mezzi pubblici (a questo proposito quasi due
terzi, il 66,2% dei Comuni, accetta i cani su tram e bus).
I Comuni virtuosi svelano
un'Italia che ama e rispetta gli animali (sono circa 12 milioni i cani in
famiglia), contrapposta a quella dei canili-lager, degli abbandoni e dei
maltrattamenti. «E' un Paese attento alla difesa e alla cura dei suoi amici a
quattro zampe e anche alle esigenze delle famiglie che li ospitano», scrivono
da Legambiente.
Le amministrazioni comunali che
hanno risposto alle 40 domande sono state 109 ed è nata così una foto fedele
degli animali in città: occuparsi di loro significa, anche e soprattutto,
offrire servizi alle famiglie che devono poter viaggiare con il cane oppure
entrare nei negozi per fare acquisti senza doverlo lasciare legato al
marciapiede. E non solo. Nel 2010 più di un terzo dei Comuni capoluogo ha
realizzato la mappatura del territorio dei canili o di tutte le strutture che
ospitano gli amici animali.
Quanto alla «microchippatura»,
più della metà dei municipi ha dichiarato di averla realizzata (mentre il 43,8%
ha risposto «no»). Quest'ultimo è un dato negativo, che pesa sul lavoro
dell'anagrafe canina, istituita con la legge 281 istituita nel 1991. «Ma noi
crediamo che dovrebbe essere nazionale - propone Morabito -: ci sono casi in
cui il cane cambia "residenza" e la cosa non viene comunicata
all'Asl. Se questi dati venissero invece messi in rete, si avrebbe un controllo
più preciso e si combatterebbe meglio la piaga dell'abbandono».
Oggi, comunque, la maggior parte
dei Comuni ha strutture di «accoglienza» per i randagi (l'86,5%), anche se
perlopiù sono affidate a gestioni private, che non sempre, però, brillano per
efficienza.
“La Stampa, 26 maggio 2012
purtroppo qui al sud (Calabria) la situazione è ben diversa e oltre ai randagi si fa i conti con i terribili combattimenti tra cani amati dai criminali. Magari avessimo canili e gattili efficienti...
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