11.9.13

Palermo 1920. Giovanni Orcel e l’occupazione del cantiere navale (Dino Paternostro)

L’occupazione delle fabbriche nel biennio rosso 1919-1920 non fu solo un fenomeno di Torino o dell’Italia settentrionale, ma anche della Sicilia operaia. Della più importante occupazione, quella del cantiere navale di Palermo, e del suo principale organizzatore, Giovanni Orcel, dà notizia la scheda qui postata, scritta da Dino Paternostro per il quotidiano “La Sicilia”. C’è un riferimento anche a Nicola Alongi, il dirigente del movimento contadino ucciso qualche mese prima, il 29 febbraio del 1920, a Prizzi (Pa), dalla mafia. A lui gli operai che occupavano il cantiere intitolarono una nave, quasi a sancire l’alleanza operai-contadini per la giustizia sociale e contro quella mafia, di cui anche Orcel, di lì a poco, sarebbe caduto vittima, a 33 anni come Gesù Cristo. (S.L.L.)
 
Giovanni Orcel
Ormai appartiene alla «mitologia» del movimento operaio la storica occupazione del cantiere navale di Palermo, avvenuta il 4 settembre 1920, per protestare contro il licenziamento di 250 lavoratori, seguita a ruota dalle maestranze delle altre fabbriche palermitane. In quell’occasione, gli operai palermitani dimostrarono grande maturità politica e una capacità non comune di organizzare l’autogestione delle fabbriche occupate, riconosciuta dalla stessa direzione aziendale dei cantieri navali. Segno commovente di questa maturità politica fu la decisione di «battezzare» con il nome «Nicola Alongi» una delle prime navi costruite in regime di autogestione.
L’organizzatore e l’anima di questo movimento fu Giovanni Orcel, che venne contrastato non solo dai padroni, ma anche dagli esponenti del socialismo riformista, che vedevano nella sua attività una «rottura rivoluzionaria» col vecchio ordinamento corporativo del mondo del lavoro, imperniato attorno ai Florio.
Con Alongi, Orcel aveva teorizzato e praticato l’unità tra gli operai e i contadini. E, dopo l’assassinio del dirigente contadino prizzese, aveva continuamente fatto pressione sulle autorità per ricercare ed assicurare alla giustizia mandanti ed esecutori del crimine. Ma, pochi giorni dopo la fine dell’occupazione dei cantieri navali, l’intera gamma delle forze conservatrici e mafiose strinse il cerchio anche attorno a lui, decretandone la morte, che avvenne la sera del 14 ottobre 1920.
Orcel lasciò la giovane moglie Rosaria Accomando, che con coraggio non si stancò mai di chiedere giustizia per il marito, indicando agli inquirenti delle piste, che però non furono seguite col necessario impegno. Ma su Orcel, negli anni successivi, a parte qualche articolo e qualche sporadica
commemorazione, sarebbe caduto l’oblio.
Il suo nome non figura nemmeno nei testi più diffusi di storia della Sicilia contemporanea. A Orcel è stata intitolata la Camera del lavoro di Palermo e una storica sezione del Partito comunista. Solo nel 1998, la giunta guidata dal sindaco Leoluca Orlando gli ha dedicato una via cittadina.


“La Sicilia”, 25 febbraio 2007

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