5.11.13

Esami in Cina. La ricompensa per le buone azioni (Ichisada Miyazaki)

Uno dei più bei libri di storia che ricordo di aver letto è quello da cui ho tratto il brano qui postato, di uno storico giapponese della “scuola di Kyoto”, la cui influenza rinnovatrice è stata paragonata a quella delle “Annales” francesi. 
Tema del libro è il sistema degli esami nella Cina imperiale. Da quegli esami, a tutti i livelli, da quello provinciale a quello metropolitano, derivavano le carriere nella burocrazia del celeste impero, prima fra tutte quella mandarinale. Miyazaki ne esamina accuratamente le procedure e il ruolo fondamentale di “disciplinamento”, ma non manca di evidenziarne i risvolti sociali e di mentalità. 
Il brano  scelto è incentrato su un racconto edificante (un exemplum, nella terminologia oratoria latina) e mette in luce il peso del confucianesimo nella cultura cinese sotto diversi aspetti: il rispetto del vecchio, base della gerarchia, l’etica della buona azione, fatta in segreto e per il solo amore del bene, e della ricompensa, che tuttavia arriva prima o poi. Non deve stupire la presenza di un vecchio tra gli esaminandi. In quelle piccole città che erano i quartieri degli esami, in cui convenivano i candidati per svolgere le loro prove nell’arco di una giornata in un contesto di grande competitività. (S.L.L.)  

Così come nel quartiere degli esami erano punite le cattive azioni, erano anche ricompensate le buone azioni.
Si racconta ad esempio la storia di un diplomato di Soochow, il quale aveva sempre manifestato il massimo rispetto e sollecitudine per gli anziani. Quando entrò nel quartiere degli esami, egli si accorse subito di un vecchio che si stava lamentando nella cella vicina alla sua e, mosso a compassione, cercò di assisterlo in vari modi. Quando il vecchio si lamentò, forse perché gravemente ammalato, il candidato gli somministrò del ginseng che per fortuna aveva portato con sé. Poiché così facendo aveva consumato del tempo prezioso, il candidato aveva molta fretta. Il vecchio gli disse allora: «Io ho già completato la malacopia delle mie risposte. Penso che si tratti di una composizione eccellente, ma non ho la forza di ricopiarla in bella copia e vorrei darla a te per aiutarti. Prima di morire vorrei vedere una composizione scritta da me superare brillantemente l'esame, anche se non col mio nome.»
Il giovane trovò che le risposte erano veramente ben scritte e si affrettò a ricopiarle e a consegnarle: il risultato fu ottimo ed egli si classificò primo all'esame. La regione di Soochow era la più avanzata culturalmente della Cina, e poiché era ricca di eccellenti studiosi, la competizione era particolarmente viva. Prima che fossero resi pubblici i risultati di un esame si facevano pertanto molte congetture su chi avrebbe vinto il primo posto, ma questa volta tutti furono sorpresi quando al primo posto si piazzò un candidato completamente sconosciuto.
Un candidato che aveva compiuto in segreto molte buone azioni, quando entrava nel quartiere degli esami veniva illuminato e aiutato da una forza speciale che gli guidava la mano nella compilazione delle risposte. Si diceva inoltre che quando gli esaminatori leggevano la sua prova, anche se erano intenzionati a bocciarlo, entravano in uno stato mentale particolare che li spingeva ad attribuirgli un punteggio alto.

L’inferno degli esami. Studenti mandarini e fantasmi nella Cina imperiale, Bollati Boringhieri, 1988

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