5.1.14

La mala milanese. Il "locch" e i suoi compagni

Medardo Rosso, El locch, 1881-1882
El locch era il duro della mala milanese dell’Ottocento e del primo Novecento e il termine ha valore storico, più che strettamente gergale (dal lat. lucus, allocco; spagnolo loco, pazzo). Uno di questi ladri, protettori o esperti del coltello è il protagonista di El Nost Milan del Bertolazzi: Carloeu detto el Togasso, «violento, brutale, appassionato, che non ammette e non tollera contrasti... È il terrore del quartiere».
Il Bazzetta (Dizionario del gergo milanese e lombardo, 1940) ha raccolto i nomignoli di alcune figure caratteristiche della mala milanese tra il 1875 e il 1939. Varrà la pena ricordarne qualcuno: Buio de porta Cina, «celeberrimo locch al quale sono attribuiti vari cognomi»; Barbisa, «stagionata etera che aveva dei veri baffi e che beveva gagliardamente», 1890; Brascin el mocc, «Ambrogio Ferrario, accoltellatore dell'Alice»; Balaustra, «figlio di un sacrista e noleggiatore di ciechi»; Cecca di can, «certa Antonietta di Novara dalle forme anatomiche retrospettive particolari»; Camillon del gnaf, «etera dalle colossali curve callipigie»; Compagnia delle Indie, «banda di strozzini»; Cagasvanzig, «cambiavalute ambulante», 1880; Lunghett, « pregiudicato Salvatore Meroni che nel febbraio '32 uccise la domestica Genoveffa Badin » ; Mosca d'oro, «donna di mondo, formosa e notissima, uccisa a colpi di rivoltella dal marito nel settembre 1923»; Magher sech, «contrabbandiere al vecchio dazio di Porta Ticinese»; Maciste, «maresciallo Crespi di P.S. terrore della malavita»; Nerone, «emerito borsaiolo: Giovanni Bernacchi arrestato il 25 settembre 1931»; Peppinett, «notissimo lenone guercio che si professava repubblicano»; Panscetta, «incettatore di ragazzi per mendicare», 1932; Povet, «poeta popolare della loccheria insieme al Schise e al Zopp: i tre moschettieri della ligera»; Sgraffignapistolin, «etera», 1900; Tricavei, «infima meretrice che frequentava i ponti sul Naviglio», 1880; Viennesa, «noto cinedo del Guast, verso il 1890».


fonte: Ernesto Ferrero, I gerghi della malavita, Mondadori, 1972

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