24.1.14

Patel: "Quando il numero degli obesi..." (Geraldina Colotti)

"Quando sulla terra il numero degli obesi supera come ora quello degli affamati, che pure sono un miliardo di persone, il centro del problema non è produrre di più, ma ridiscutere il sistema che ha portato a questa situazione", ha detto a Milano l’economista indiano Raj Patel intervenendo all’incontro Da Cancún all’Expo: il valore delle cose tra clima, cibo e territori, organizzato dall’associazione Ya Basta! Patel, studioso delle politiche alimentari mondiali e relatore sul diritto al cibo per le Nazioni unite, nei suoi libri mette a nudo dogmi del dio mercato svelandone iniquità e ferocia. Il valore delle cose (Feltrinelli), si snoda fra economia e storia, psicologia sociale e antropologia e mostra la potenza del dono, degli affetti e della gratuità come antidoto al tutto-merce che non dà nulla per nulla. Negli Stati uniti – ricorda Patel – “la forbice tra ricchi e poveri è sempre più larga: tra il 1979 e il 2005, il reddito netto dell’1 per cento più ricco della popolazione è cresciuto di quasi il 200 per cento, mentre quello del 20 per cento più povero è salito di appena il 6 per cento. La ricchezza si concentra sempre più nelle mani di pochi”. Quella di governare il mondo in base alla ricetta neoliberista – dice – è un’illusione del capitalismo.

Patel che prima di diventare un attivista ha lavorato per il Fondo monetario internazionale, analizza con cognizione di causa le politiche della Banca mondiale e dell’Fmi: hanno favorito – dice – la grande proprietà, portando i piccoli contadini ad affollare le megalopoli, o al suicidio. Quando si acquista una banana, alla fine della catena di importazione, trasporto, ricavo della compagnia che controlla la piantagione, al contadino che l’ha prodotta spetta una miseria: meno del 3%. Invece, negli Usa “i consumatori finanziano la vendita di hamburger a basso costo con le imposte versate all’erario. La carne degli hamburger McDonald’s proviene da animali ingrassati a mais, la coltura con i sussidi più massicci”. Quella proposta da Patel, è l’idea di una proprietà “più malleabile” e condivisa, da contrapporre alle illusioni del mercato neoliberista per trascenderne i limiti che impone e “stabilire i confini della gestione collettiva delle risorse”.

"scritto e mangiato", supplemento al "manifesto", dicembre 2010

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