2.5.14

1881. Il primo incontro con D'Annunzio (Edoardo Scarfoglio)

Ritratto del vate da giovane
Ero, me ne ricordo benissimo, sdraiato sopra una panca negli uffici del "Capitan Fracassa", e sbadigliavo fra le ciance di molta gente; e alla prima vista di quel piccolino con la testa ricciuta e gli occhi dolcemente femminili, che mi nominò e nominò sé con un'inflessione di voce anch'essa muliebre, mi scossi e balzai su stranamente colpito...
Lo conducemmo nel salotto, e tutta la gente gli si raccolse intorno. Mi par di vedere ancora Gennaro Minervini, quell'ultimo erede dello spirito napoletano, stargli d'avanti a guardarlo con occhi spalancati senza parlare; e Cesare Pascarella, con lo scialle raggruppato intorno al collo, frenare a stento la smania di carezzarlo. E dovunque, poi, lo condussi, era la medesima cosa: perfino la faccia incresciosa di Angelo Sommaruga al primo aspetto di quel fanciullo fu rasserenata da un sorriso.

Citato in Mario Schettini, D'Annunzio, un racconto italiano, Sansoni, 1973

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