1.7.14

La Scicli di Elio Vittorini (Melania Caruso)

Un meritevole tour siciliano non può non tener conto dell’attrazione naturale più importante e ricercata per il turista straniero: il mare. Dalla costa occidentale a quella ionica, l’Isola presenta dei litorali invidiabili che soddisfano il visitatore continentale, coinvolto dalla varietà paesaggistica. Coste alte e rocciose o basse e sabbiose come quelle di Scicli, nella punta più a sud della Sicilia, in territorio ragusano.
A condurci, stavolta, è Elio Vittorini che, nonostante le origini siracusane, non manca di descriverci una cittadina “rivale”, colta in un pomeriggio di marzo nel suo racconto Le città del mondo. Scicli, scrive l’autore di Uomini e no, «sorge all’incrocio di tre valloni, con case da ogni parte su per i dirupi, una grande piazza in basso a cavallo dal letto d’una fiumara, e antichi fabbricati ecclesiastici che coronano in più punti, come acropoli barocche, il semicerchio delle altitudini». Un paese che sorprende sia «chi vi arriva dall’interno e se la trova d’un tratto ai piedi, festosa di tetti ammucchiati, di gazze ladre e di scampanii», sia «chi vi arriva venendo dal non lontano litorale la scorge che si annida con diecimila finestre nere in seno a tutta l’altezza della montagna, tra fili serpeggianti di fumo e qua e là il bagliore d’un vetro aperto o chiuso, di colpo, contro il sole». Ma è il mare il punto forte di Scicli che, durante la stagione estiva, si inonda di odore di sale.


Nella rubrica MilleSicilie del sito asterischi.it

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