L’estate del 2003 sarà
ricordata come una delle più calde degli ultimi due secoli, ma il
primato potrebbe essere presto battuto da analoghe ondate di caldo
che colpiranno il nostro continente nel corso di questo secolo.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Nature Climate Change”
da Nikolaos Christidis, Gareth S. Jones e Peter A. Stott del Met
Office Hadley Centre a Exeter, nel Regno Unito, la probabilità che
l’Europa abbia un’estate con temperature oltre limite è dieci
volte superiore a quella che si poteva stimare appena 15 anni fa, e
la colpa è del cambiamento climatico provocato dalle attività
umane.
La connessione tra
attività umane e ondate di caldo, in particolare per quel che
riguarda l'estate del 2003, era già stata messa in luce da uno
studio pubblicato su “Nature” nel 2004 da Peter Stott. Allora le
stime, ottenute con modelli di riscaldamento globale e dati delle
variazioni delle temperature medie, erano di un raddoppio delle
probabilità di un'estate torrida.
Dal 2004, tuttavia, il
trend di riscaldamento globale è continuato senza sosta,
determinando un incremento medio delle temperatura di 0,81 gradi
Celsius.
Christidis e collleghi
hanno usato i dati aggiornati sulle temperature estive e nuovi
modelli di previsione, confrontando in particolare quelli relativi al
decennio 1990-1999 con quelli del decennio 2003-2012. In questo
ultimo decennio, le estati molto calde - definite come quelle in cui
la temperatura media è stata di 1,6 gradi superiore alla media della
serie storica - si sono presentate ogni cinque anni, mentre in quello
precedente, se estrapolate e rapportate al lungo periodo, una volta
ogni 52 anni.
Se si guarda invece alle
estati di caldo eccezionale come quella del 2003, in cui la media
delle temperature fu di 2,3 gradi Celsius oltre la media del
trentennio 1961–1990, la loro frequenza, rapportata sul lungo
periodo, è passata da meno di una ogni mille anni a circa una ogni
127 anni.
Via via che le
temperature salgono, aumenta di conseguenza anche la probabilità di
estati molto calde, che potrebbero diventare abituali nel 2040, con
punte di calore estremamente elevate. Questo dato dovrebbe essere
tenuto in debito conto dai governi nazionali, perché in grado di
causare migliaia di morti, come avvenne nel 2003.
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