29.1.15

Favole vere. Charlot, Rosa e Frida raccontati ai bambini (Francesca Lazzarato)

Fabian Negrin - Frida e Diego.Una favola messicana
Particolare dalla illustrazione di copertina
Come si racconta ai bambini una storia realmente accaduta, o magari la vita di un personaggio famoso o importante, evitando allo stesso tempo l’intenzione didattica, la tentazione di impartire ammonimenti e imporre modelli?
Ci hanno provato in molti, spesso con esiti incerti perché l’agiografia è sempre in agguato. Ma le «fiabe vere» perfettamente riuscite non mancano, e un primo esempio ce lo offre, per i lettori dai sette ai nove anni, una delicata biografia di Charlie Chaplin, Io e Charlot (Biancoenero edizioni , pp. 76, euro 9,50) scritta da Arianna Di Genova e illustrata da Alessandro Sanna: la storia di un bambino poverissimo che trascorre l’infanzia nei quartieri più desolati di Londra, un piccolo vagabondo che dorme spesso tra i cespugli e a volte non ha da mangiare, ma che in strada e dalla strada impara cose straordinarie. La chiave scelta dall’autrice – che accompagna Chaplin fino agli anni americani e alla regia del Monello – è quella di un racconto in prima persona, semplice e coinvolgente: è lo stesso Charlie a narrare tempi difficili ma illuminati dall’avventura e da un talento precocissimo. Consapevole della capacità infantile di resistere e sopravvivere, Arianna Di Genova ha saputo trasformare i primi anni di Chaplin in una storia avvincente, non priva di spigoli ma anche fitta di gioie e di esperienze insolite, ciascuna delle quali contribuirà a creare Charlot.
Una storia a lieto fine, dunque, anzi la storia di un trionfo, così come lo è quella raccontata in L’autobus di Rosa (Orecchio Acerbo, euro 15; il libro ha il patrocinio di Amnesty international), scritta da Fabrizio Silei e illustrata dalle bellissime tavole di Maurizio A.C. Quarello, artista eclettico che qui arriva a ricordare la pittura e il cinema americani del ‘900 e a tratti allude apertamente a Hopper. Rosa Parks, lo sanno tutti, è la donna che un giorno, nell’Alabama degli anni ’50, rifiutò di cedere a un bianco il suo posto sull’autobus e diede così inizio al colossale boicottaggio che portò all’abolizione cartello «White only» sui mezzi pubblici. La sua storia diventa qui l’oggetto di una trasmissione di esperienza da nonno a nipote: un bagno nella memoria che parte dall’Henry Ford Museum, dove il vecchio ritrova l’autobus su cui gli era capitato di viaggiare con Rosa Parks, proprio quel giorno. La storia di tutti si trasforma così anche in vicenda personale e in «fiaba» di famiglia, per avvicinarla ai lettori bambini nel modo più convincente.
Un altro modo ancora di raccontare personaggi veri ai piccoli è quello di reinventarsi la realtà, di tirarne fuori una fiaba che è anche un viaggio attraverso le tradizioni culturali di un paese lontano. Frida e Diego. Una favola messicana (Gallucci, pp. 40, euro 17), è un libro scritto e illustrato da Fabian Negrin, che immagina Frida Khalo e Diego Rivera ancora bambini ma già innamorati: lei gelosa e lui traditore, in un primo novembre (el Día de los Muertos, festeggiato in Messico con molta allegria, molti dolciumi e fantastici altari: un modo per esorcizzare la morte, e insieme riverirla) finiranno nel paese degli scheletri, da cui potranno uscire solo grazie a uno dei famosi «cani nudi» degli Atzechi. Sulla bravura di Negrin, autore ormai sperimentato e illustratore di eccezionale livello (il suo L’ombra e il bagliore, edito da Orecchio Acerbo, ha appena vinto il CJ Picture Book Award), è quasi inutile insistere: basti dire che questo libro è tra i più belli che un bambino possa oggi ricevere in dono, per avvicinarsi domani ad altrimondi, altre immagini e alla pittura di due artisti vissuti al di là dell’Oceano.


“il manifesto”, 29 novembre 2011

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