20.4.15

Mafia e giornali. Una lettera dei “Siciliani giovani” al presidente Mattarella

I “Siciliani giovani” è un mensile che a Catania, con la partecipazione di alcuni reduci dell'esperienza de “I Siciliani”, il settimanale di Pippo Fava, e di nuovi giornalisti impegnati nella denuncia della corruzione e nella lotta alla mafia, intende rilanciare le battaglie di pulizia iniziate trent'anni fa. Questa lettera aperta è stata pubblicata sul mensile negli ultimi giorni di marzo, dopo un discorso del Presidente della Repubblica, in cui si attribuivano al quotidiano catanese “La Sicilia” meriti altamente improbabili. Aggiungo come postilla un “comunicato stampa” della Procura della Repubblica di Catania che giova a chiarire i termini della questione.(S.L.L.)

Signor Presidente,
il quotidiano “La Sicilia” non è “la voce delle forze impegnate nella legalità”; Lei sbaglia a dirlo. La Sicilia non è stata affatto, e non è tuttora, voce d’impegno civile, ma esattamente l’opposto.
Ha combattuto Scidà, ha esaltato i Cavalieri, ha intimidito pentiti, ha insultato Beppe Montana e Giuseppe Fava. Ha ospitato dei boss, sulle sue pagine e fisicamente. E in questo preciso momento essa è inquisita – in persona del suo proprietario – per eventuale collusione con mafiosi. È inquisita da magistrati che dipendono dal Csm, di cui Lei – signor Presidente – è il massimo garante. Son giudici coraggiosi, devoti all’ordine, e non terranno conto delle Sue parole. Ma se non lo fossero stati? Se esse, senza volerlo, avessero poi contribuito a salvare un reo?
Se sotto indagine fosse stato un santo, Lei avrebbe dovuto esitare a parlare – in bene o in male – di questo santo: per scrupolo, per timor d’influire anche minimamente nel giudicato. E qua non si trattava d’un santo, come Catania sa bene.
Scriviamo queste parole non con polemica, non col tono che avremmo usato per un Napolitano o un Cossiga, ma – signor Presidente – con dolore. Lei non è uno dei tanti politici, Lei è dei nostri. Di noi che per decenni abbiamo combattuto – ma questo è il meno – e che abbiamo dovuto chiamare generazioni di giovani a lottare e a soffrire insieme a noi, chiedendo sacrifici e offrendo pericoli, con l’unica ricompensa di servir fedelmente ciò a cui Lei, salendo alla nostra Repubblica, ha giurato.
Mai più, signor Presidente. Mai più di questi dolori.

Postilla
10 aprile 2015
In relazione alle notizie di stampa diffuse in data odierna da varie fonti in ordine all’esercizio dell’azione penale nei confronti di Mario Ciancio Sanfilippo (l'editore de “La Sicilia”, n.d.r.) ed alla avvenuta designazione del Giudice dell’Udienza Preliminare, si precisa che in data 1 aprile 2015 la Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha depositato presso la cancelleria del G.I.P. la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del predetto imputato per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e che la designazione del Giudice, non ancora effettuata, avverrà secondo le previsioni tabellari.”
Catania ore 20.00
Il Procuratore della Repubblica

Giovanni Salvi

Nessun commento:

Posta un commento