6.12.15

L'invenzione del tostapane (Bee Wilson)

Un moderno tostapane a scatto
Tostare il pane dà una certa soddisfazione. Forse, si potrebbe pensare, perché il risultato è un alimento capace di tirare su il morale con la sua croccantezza e con il profumo celestiale del burro che si scioglie nelle scanalature. La soddisfazione, però, è anche meccanica e infantile: introdurre le fette nelle fessure, impostare il timer e aspettare il bip o il pop.
Per essere un oggetto così elementare, il tostapane elettrico arrivò piuttosto tardi. Dagli anni Novanta dell’Ottocento, gli uomini potevano teoricamente usare l’elettricità per riscaldare i bollitori e friggere le uova, ma per il pane tostato ricorrevano ancora ai forchettoni e alle griglie della gastronomia basata sul focolare aperto. Si trattava di variazioni sul tema degli strumenti appuntiti e dei cestelli per tenere il pane (o i bocconcini di carne e formaggio) davanti alla fiamma. La tostatura, a ben pensarci, è una forma di cottura arrosto, perché si applica all’alimento il calore radiante fino ad abbrustolire la superficie.
Per arrivare all’invenzione del tostapane elettrico fu necessario trovare un filamento di metallo durevole, abbastanza forte per resistere al calore senza fondersi. Accadde nel 1905, quando Albert Marsh scoprì il nichrome, una lega di nichel e cromo a bassa conduttività. A quel punto il mercato statunitense fu invaso dai tostapane elettrici, caratterizzati da varie tecniche manuali per l’estrazione delle fette.
L’apparecchio che conosciamo ora fu una creazione di Charles Strite, un meccanico del Minnesota che ne aveva fin sopra i capelli del pane bruciacchiato della mensa. Nel 1921 ottenne il brevetto per un modello con molle verticali di espulsione e timer variabile. Questa sì che fu una novità: un elettrodomestico che faceva tutto da solo. «Non occorre sorvegliarlo. Il pane non può bruciare» diceva l’annuncio pubblicitario del Toastmaster di Sprite.
Magari fosse vero. E' ancora possibile, ahimè, carbonizzare le fette con un tostapane a scatto.

da Bee Wilson, In punta di forchetta,Rizzoli 2013

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