8.1.16

Gramsci, Panzini e la grammatica (Enzo Golino)

Alfredo Panzini
Antonio Gramsci, nel carcere fascista, aveva messo insieme una piccola biblioteca di 700 libri e 400 riviste. Fra i titoli che il leader comunista consultava, e di cui ha lasciato cospicua traccia dialettica nei Quaderni, c'era la Guida alla grammatica italiana di Alfredo Panzini. Sono ampiamente noti gli interessi linguistici di Gramsci ma il libretto dell'accademico d'Italia è l'oggetto di una curiosa vicenda che vale la pena di ricordare. Proprio in questo spazio le pagine culturali di “la Repubblica” il nostro compianto Tommaso Chiaretti aveva pubblicato, il 26 maggio 1977, un articolo intitolato Perché Gramsci leggeva Panzini. E raccontava, come aveva già anticipato su l'Unità il 19 marzo 1950, in qual modo Gramsci avesse puntigliosamente postillato, a matita, sui margini bianchi delle pagine, la Guida panziniana, non risparmiando feroci sarcasmi al grammatico, tacciandolo di imbecillità e inettitudine, di stupidaggine, di ignoranza della storia della lingua, definendolo un divo con tutta la comicità del divismo.
Chiaretti rivelava inoltre che Togliatti si era preso la briga di copiare tutte le annotazioni di Gramsci su trentasei foglietti minuziosi, scritti da ambo le parti, e impaginati con cura meticolosa, particolare taciuto in quel lontano articolo su “l'Unità” in occasione del rientro in Italia (da Mosca, dove li aveva trasferiti la cognata Tatiana Schucht dopo la morte) dei libri che Gramsci leggeva in carcere. Ma dove era finita la Guida di Panzini? Si deve alla tenacia di uno studioso, Renzo Martinelli, il ritrovamento dell' esemplare postillato da Gramsci e dei foglietti di Togliatti. Non si tratta di un giallo: semplicemente, erano rimasti nelle mani di Chiaretti, e la sua vedova, Mara, ha concesso a Martinelli di fotocopiarli, come lui stesso ha spiegato in un recente articolo su “l'Unità” e in un saggio sulla rivista “Belfagor” (n. 6, 30 novembre 1989). A giudizio di Martinelli, queste postille di Gramsci sono certamente uno degli incunaboli della sua ultima meditazione sui temi della grammatica e della glottologia e aiutano a capire il suo più intimo meccanismo mentale, cioè come pensava.

Fra meno di un anno il 22 gennaio 1991 ricorre il centenario della nascita del leader comunista. Martinelli auspica, per quella data, l'avvio di una edizione nazionale dell' opera gramsciana che pubblichi, sistematicamente riordinate, tutte le sue opere, a cominciare dalle traduzioni ancora inedite. E forse si potrà avere un'anticipazione del lavoro a cui si sta applicando Martinelli stesso con Dario Ragazzini: l'analisi linguistico-concettuale dei Quaderni condotta attraverso una integrale computerizzazione del testo.

la Repubblica, 30 marzo 1990

Nessun commento:

Posta un commento