21.2.16

Umbria. Gatti, gattari e colonie feline (Rita Boini)

► PERUGIA - Esistono in città e campagne umbre comunità nascoste ai più: sono le colonie feline, che ospitano gruppi di gatti, aggregati in numero più omeno grande e sempre fluido, con mici che vi rimangono una vita e altri che vanno e vengono, per vari motivi. Una mappa difficile da disegnare con precisione quella delle colonie feline in Umbria, ma che tocca tutta la regione: le città più grandi come i borghi più piccoli, i centri storici come le periferie. Ad accudirli gattare e gattari, incantati dal fascino seduttivo di queste bestiole e animati da senso civico. Passione per i loro protetti, impegno, rinunce, fatica, capacità di sacrificio, talvolta dolore - i mici sono il bersaglio facile della malvagità umana - sottolineano la giornata delle gattare e dei gattari. Un mondo, il loro, assai composito. Lontano dal luogo comune che vede donne spinte dalla solitudine in giro per colonie a riversare i propri affetti sui gatti abbandonati. Tanto che in Umbria il decano dei gattari “ufficiali” è un uomo, un gagliardo ultranovantenne, Raffaele Tancini, bancario in pensione, colonna fin dall’inizio dell’Enpa di Perugia. Tancini si occupa quotidianamente della colonia della Canapina, nel centro storico di Perugia, la prima, in ordine di tempo, colonia Enpa ufficializzata e i cui abitanti sono stati tutti sterilizzati.
A San Mariano, popolosa frazione del comune di Corciano, è Simone Brizi, 45 anni, che a un lavoro che lo occupa tutto il giorno e alla famiglia, alterna le cure di due colonie da solo e altre due in condivisione con altre persone. Piccole colonie sparse tra San Mariano, San Fortunato della Collina, Tavemelle, una trentina di mici in tutto. Brizi racconta: “Sono nato in una famiglia che ha sempre avuto in casa animali, il passaggio alle colonie feline è stato naturale. È un vero impegno, anche perché quando ti individuano come “gattaro” ti abbandonano i gatti vicino a casa, anche piccoli e magari anche gatte incinta. I gatti delle colonie che seguo vengono visitati dal veterinario regolarmente e vengono anche sterilizzati. A spese mie e dei ‘colleghi’ gattari: l’Asl ha il dovere di sterilizzarli e lo fa, senza problemi. Ma prendere un appuntamento con loro è macchinoso, anche perché i gatti delle colonie sono difficili da acchiappare. Magari il giorno dell’appuntamento per l’intervento ti sfuggono, mentre un giorno qualsiasi riesci a prenderli e portarli dal veterinario. Oltre alle colonie tengo in casa otto gatti, i miei genitori ne hanno nella loro abitazione altrettanti”.
Clara Capitanucci, una simpatica signora di Perugia ex dipendente del Comune, da almeno 12 anni si occupa di colonie feline, attualmente in numero di cinque, oltre ai sei mici che vivono con lei e con il suo compagno. Non proprio contento dell’attività di Capitanucci ma rassegnato (si sono conosciuti prima dell’inizio dell’attività di gattara della sua compagna, ridendo rimarca sempre che se l’avesse previsto l’avrebbe ignorata fin dall’inizio) tanto da accompagnarla di colonia in colonia. Capitanucci ha iniziato per caso, un collega ne teneva una vicino all’ufficio e, andando in pensione, ha deciso di affidargliela. Ora si alza tutte le mattine alle cinque, per iniziare il suo giro.
Per Giuseppe Moscatelli, che è anche guardia zoologica e vice presidente dell’Enpa di Temi, la vita di gattaro è in coppia con la moglie Rosa, conosciuta da tutti come Rosella. “La nostra - dice Moscatelli - è una scelta di vita, una condivisione di coppia”.

Nel Ternano alcune gattare sono state riconosciute come “cooperatrici di colonia felina”. Quanto ai Moscatelli si occupano di un rifugio bene organizzato di 82 mici, che godono di cibo, lettiere ma anche tante coccole e, se necessario, vengono portati in casa, nutriti con il biberon, curati a dovere. Ivana Testarella, gattara, tesoriera dell’Enpa di Narni, si occupa di felini in collaborazione con gattari e associazioni, ma anche tanti volontari che offrono la loro collaborazione. Sono numerose le colonie nel Namese e dintorni, chiedono tempo, lavoro e soldi. Il Comune di Narni ha messo a disposizione due stanze per mici malati ed è collaborativo. Ma Testarella e i gattari locali si autotassano, organizzano giornate di raccolta nei negozi di alimentari, iniziative a offerta libera, incoraggiano donazioni anche piccole di crocchette, sabbia per le lettiere, medicine. E quando possono aiutano pensionati senza mezzi che hanno animali in casa, cercando e donando generosità.

Corriere dell'Umbria, 19 gennaio 2016

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