30.4.16

Era un bersagliere il focoso amante di Lady Chatterley (Laura Lilli)

Poco meno di 32 anni fa, nel corso del romanzesco 1984, apparve su “la Repubblica” la notizia che segue, raccontata e commentata con toni trionfali da Laura Lilli. La giornalista lasciava intuire, ma tralasciava di esplicitare l'ipotesi che nella figura di Lady Chatterley si potesse celare Frieda Von Richtofen, la moglie di Lawrence (che della pittoresca relazione adulterina sarebbe stato vittima o forse complice, in ogni caso testimone attento).
C'è inoltre qualche imprecisione sul ruolo che l'ex ufficiale dei bersaglieri ciclisti, Angelo Ravagli, svolgeva nel castello di Spotorno, al tempo della permanenza dei coniugi Lawrence. L'articolo lascia intendere che fosse il proprietario di un castello e invece – diverse altre fonti concordano - ai Lawrence aveva affittato solo una casa.
Non mancheranno nelle settimane successive negazioni e smentite su altri quotidiani: quella di Madeline Merlini, da “La Stampa”, potrà rintracciarsi in questo stesso blog http://salvatoreloleggio.blogspot.it/2016/04/non-era-un-bersagliere-lamante-di-lady.html?spref=fb ). (S.L.L.)
Angelo Ravagli nel 1923, quand'era bersagliere
Buone notizie per i latin lovers: l'amante di Lady Chatterley, il solitario e sanguigno Mellors, protagonista del celebre e, per l'epoca, tanto scandaloso romanzo di David Herbert Lawrence, era un italiano.
E, oltre che italiano, era anche un capitano dei bersaglieri.
La notizia, adombrata pochi anni fa da qualche critico letterario (molti si sono chiesti chi fosse questo misterioso amante, anche se la sua identità non riveste poi uno strepitoso valore letterario), è ora confermata da una raccolta di lettere scritte nel 1925 (il romanzo è del '26) dallo stesso Lawrence. La raccolta, scoperta presso un antiquario di Londra, verrà presentata in anteprima al trentaduesimo congresso filatelico italiano in programma sabato e domenica prossima a Spotorno, dove Lawrence compose il suo peccaminoso romanzo.
Il bersagliere-amante si chiamava Angelo Ravagli. Il "capanno" in cui incontrava la bionda e sensuale lady stanca di un marito assai poco incandescente, era in realtà il suo castello (di Spotorno, appunto), un vasto quadrilatero che risale al 1100 e che oggi appartiene agli eredi. Un film girato negli Stati Uniti, ma non ancora arrivato in Italia, sancirà infine anche cinematograficamente l'identità del latin lover. Protagonisti sono Ava Gardner e Maurizio Merli, nella parte del guardiacaccia Mellors, che nella vicenda cinematografica si chiama appunto Angelo Ravagli. Nessuno, di solito, pensa ai bersaglieri in termini erotici. Anche a rievocare gli entusiasmi di Porta Pia, anche a volersi sentire deamicisianamente patriottici, immaginando sfilate di corsa con le penne al vento, il tricolore che garrisce e le ragazze ridenti che lanciano fiori, l'eros rimane lontano. "Quando passano per via/ gli animosi bersaglieri/ sento affetto e simpatia/ pei gagliardi militari", recita una canzoncina dei primi del secolo. Affetto e simpatia, appunto; e magari un lungo fidanzamento, scandito da lettere d'amore un po' di maniera, con qualche "ti scrivo questa mia per farti sapere che ti penso sempre". Forse, qualche "grado" più alto, azzardava qualche pudico dannunzianesimo: "mia adorata... l'attesa mi consuma".
La "gagliardia" dei bersaglieri si traduce di solito, nell'immaginario collettivo, in imprese ginniche: cerchi di fuoco saltati a parate fasciste, biciclette, avanzate di corsa al suono di "Tripoli, bel suol d'amore...". L' amore, se fa capolino in queste fantasticherie, è piuttosto del tipo del film Amore e ginnastica: baffi a manubrio, magliette a righe, contorsioni dagli "anelli". Invece, ecco: ci sono (e comunque ci sono stati) bersaglieri decisamente, audacemente erotici.
Così era senza dubbio l'affascinante Mellors-Ravagli, che a Lady Chatterley intrecciava i peli sul pube. Essa gli correva davanti, nuda, sui prati fra le vigne, e poi egli la conduceva a intensi incontri d' amore, quasi fauneschi, scarsi di parole, nel capanno-castello. Oltre che dotato di una forte carica erotica, questo bersagliere-amante sapeva anche essere, nei lontani Anni Venti, audacemente non conformista. Erano infatti gli anni delle alcove, delle lampade velate, delle cineserie, delle vestaglie di seta e di velluto dei profumi d'incenso, degli "o mia divina" e insomma di tutte le possibili dannunzierie.
Il capitano di Spotorno, invece, era evidentemente un uomo che amava l'amore gioioso e pagano dell'aria aperta. Erba, il luccichio della riviera e un corpo nudo di donna fra gli alberi e i vigneti, "prima" del capanno. Era anche un uomo a cui, nel fare l'amore, piaceva giocare: dà veri e propri nomi agli organi sessuali, li anima, li fa vivere di una vita autonoma. Cose che questo secolo in realtà al suo inizio ancora tanto vittoriano (quando Lawrence scriveva si portavano ancora i cappelli a cilindro, e Wilhelm Reich veniva bollato come eretico della psicoanalisi), avrebbe pubblicamente, coralmente scoperto solo nei Favolosi Anni Sessanta, o negli "ecologici" Anni Settanta.
Dopo il 1930, quando Lawrence morì, Ravagli ne sposò la vedova. Un bersagliere-amante che non aveva paura di nulla: nemmeno delle istituzioni.


“la Repubblica”,18 maggio 1984  

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