17.6.16

La gondoleta. Una poesia di Anton Maria Lamberti (Venezia 1757 - Belluno 1832)

Un calamaio a forma di gondola, ottocentesco souvenir

La biondina in gondoleta
l’altra sera g’ho menà;
dal piacer la povereta
la s’à in bota indormenzà.

La dormiva su sto brazzo,
mi ogni tanto la svegiava,
ma la barca che ninava
la tornava a indormenzar.

Fra le nuvole la luna
gera in cielo meza sconta,
gera in calma la laguna,
gera el vento bonazzà.

Una sola bavesela
sventolava i so caveli
e faceva che dai veli
sconto el sen no fusse più.

Contemplando fisso fisso
le fatezze del mio ben,
quel viseto cussì slisso,
quela boca e quel bel sen,

me sentiva drento al peto
una smania, un missiamento;
una spezie de contento
che no so come spiegar.

So’ stà un pezzo rispetando
quel bel sono e ho soportà,
benché Amor de quando in quando
el m’avesse assae tentà;

e ò provà a butarme zozo
là con ela a pian pianin,
ma col fogo da vicin
chi averrìa da ripossar?

M’ho stufà po’ finalmente
de sto tanto so dormir,
e g’ho fato da insolente,
né m’ò avudo da pentir,

perché, oh Dio, che bele cosse
che g’ho dito e che g’ho fato!
No, mai più tanto beato
ai me’ zorni no son sta.


Versione in italiano, pedestre
La biondina in gondoletta
l’altra sera io ho portato;
dal piacere la poveretta
si è di colpo addormentata.

Dormiva su questo braccio,
io ogni tanto la svegliavo,
ma la barca che cullava
la faceva riaddormentare.

Fra le nuvole la luna
era in cielo mezza nascosta,
era in calma la laguna,
il vento era tranquillo.

Un solo lieve soffio di brezza
scompigliava i suoi capelli
e faceva sì che dai veli
nascosto il seno non fosse più.

Contemplando fisso fisso
le fattezze del mio bene,
quel visetto così liscio,
quella bocca e quel bel seno,

mi sentivo dentro il petto
una smania, un mancamento,
una specie di contentezza
che non so come spiegare.

Sono stato un bel pezzo a rispettare
quel bel sonno e ho sopportato,
benché Amore di quando in quando
m’avesse parecchio tentato;

e ho provato a sdraiarmi giù
là con lei, piano pianino,
ma col fuoco lì vicino
chi potrebbe riposare?

Mi sono stufato finalmente
di quel tanto suo dormire
e mi sono fatto audace,
e non ho avuto di che pentirmi,

perché, oh Dio, che belle cose
che le ho detto e che le ho fatto!
No, giammai tanto beato
nei miei giorni sono stato.


Dal sito dell'Enciclopedia Treccani

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