1.6.16

Odessa. La città cosmopolita narrata da Babel e Ejzenštein (Giuliano Battiston)

Odessa - La scalinata "Potëmkin"
Alcuni luoghi hanno una particolare carica simbolica. A Odessa è la scalinata dove nel 1925 Sergej Ejzenštein ha girato la celebre scena de La corazzata Potëmkin. Per generazioni di cinefili, viaggiatori e commercianti, l’immagine della città fatta costruire da Caterina di Russia alla fine del Settecento è passata per queste scale, oggi discretamente occupate da cacciatori di turisti e coppie in fuga d’amore.
Odessa - Monumento a Richelieu
Sulla sommità, su un piedistallo di marmo, c’è una statua di bronzo, rivolta verso il Mar Nero. Raffigura il duca di Richelieu, governatore di Odessa all’inizio del diciannovesimo secolo. Nato a Parigi, di casa a Versailles, aristocratico non privo di coraggio, a Odessa il duca di Richelieu era uno straniero. Non era il primo, e non sarebbe stato l’ultimo. 
Odessa, Teatro dell'Opera
Odessa, infatti, è una città cosmopolita, dall’atmosfera aperta e liberale. Alla sua origine – ricorda Rossana Platone nell’introduzione ai "Racconti di Odessa" di Isaak Babel (edizioni Bur, 2012) – «c’è un intraprendente avventuriero ispano-napoletano russificato José de Ribas». È lui, membro di una famiglia della piccola nobiltà spagnola, protagonista delle guerre russo-turche, a proporre «che il porto militare e commerciale voluto da Caterina di Russia» sia situato proprio qui, sul mar Nero, nella terra compresa tra l’estuario del Dnepr e la foce del Dnestr, dove all’epoca sorgeva Khadjibey, un semplice villaggio con una fortificazione turca. In un secolo, dal 1797 al 1897, la popolazione di Odessa «passa dai 3.455 abitanti ai 404.000, divenendo una delle più popolose città dell’impero russo». 
Sono italiani, greci, russi e ucraini, ebrei (annoverati tra gli stranieri), imprenditori, commercianti, avventurieri. Avrebbero dato vita a un esperimento sociale e architettonico peculiare: un pezzo di Mediterraneo nel Mar Nero, l’alternativa “meridionale” alla San Pietroburgo del Nord. La sua storia, dalla fondazione alla fine della seconda guerra mondiale, la racconta con dovizia di particolari Charles King nel libro Odessa. Splendore e tragedia di una città di sogno (Einaudi), che dedica molte pagine proprio al grande Babel, nato a Odessa nel 1894.

Pagina 99, 30 aprile 2016

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