10.7.16

Lo Strega e le streghe. Mastella sostiene Benevento (S.L.L.)


A Clemente Mastella non piace la location romana del Premio Strega, spostato da Villa Giulia all'Auditorium. Dice che così ha perso ogni attrattiva e lo vuole a Benevento, dove è stato da poco eletto sindaco a furor di popolo (60% e più, un altro populismo?).
Benevento è patria ideale delle streghe, è lì – sotto un secolare ed enorme albero di noce – che le streghe volavano e nella tregenda baciavano l'orifizio del deretano al diavolo cui s'erano votate. Benevento è la patria del Liquore Strega, inventato nell'Ottocento da un Alberti, antenato di quel Guido che finanziava per réclame il premio inventato da Goffredo e Maria Bellonci, tenutari di un prestigioso salotto letterario nella capitale. Perché non a Benevento, dunque, magari sotto un noce? Sostiene Mastella: “Benevento lo accoglierebbe con amore”.

A ridire sullo Strega ha avuto anche lo scrittore Moresco, che - passato da Mondadori a Giunti e presentato dalla neodirettrice di Rai3 Daria Bignardi - aveva sperato che il suo romanzo, L'addio, quantomeno entrasse nella cinquina dei finalisti per ottenere così un buon lancio pubblicitario. È risultato sesto, il primo degli esclusi, e si è lanciato in una invettiva degna di miglior causa: “Perché avete dato a questa melma il nome di cultura?”. Facile sul sito del “Ponte” la replica di Rino Genovese: “Nel tempo, dopo la morte dei Bellonci e dello stesso Alberti, il peggiore premio italiano è diventato addirittura pessimo. Vi partecipano cani e porci. Perfino il mio ex amico Moresco, grande autore, ha cambiato casacca editoriale soltanto per prendervi parte”. Aggiunge: “I premi letterari andrebbero aboliti in toto”. Mastella, ovviamente, non ne è convinto.

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