27.7.16

Targa a ricordo dei Caduti della Grande Guerra. Una poesia di Siegfried Sassoon (1886-1967)

Umiliato e vessato dal padrone finché non andai al fronte,
(grazie alla legge sull’arruolamento di Lord Derby). Morii nell’inferno ‒
(Però lo chiamavano Passchendaele). Avevo ferite leggere,
e stavo trascinandomi dietro le linee, quando una granata
esplose proprio sopra la improvvisata passerella: così caddi
nel fango senza fondo, e resi l’anima a Dio.

All’ora della predica, mentre il padrone siede alla sua panca,
gli cade lo sguardo pensoso sul mio nome a lettere d’oro;
perché, anche se verso il fondo della lista, ci sono anch’io;
«Alla memoria gloriosa e imperitura...» è quanto mi spetta.
Due terribili anni in Francia ho combattuto, per il padrone:
ne ho passate tante che lui neanche immagina.
Una sola volta a casa in licenza: e poi il gran salto…
Quale gloria più alta può mai desiderare un uomo?
traduzione di Giorgio Miglior

Memorial Tablet (Great War)
Squire nagged and bullied till I went to fight,
(Under Lord Derby’s Scheme). I died in hell ‒
(They called it Passchendaele). My wound was slight,
And I was hobbling back; and then a shell
Burst slick upon the duck-boards: so I fell
Into the bottomless mud, and lost the light.

At sermon-time, while Squire is in his pew,
He gives my gilded name a thoughtful stare;
For, though low down upon the list, I’m there;
«In proud and glorious memory» that’s my due.
Two bleeding years I fought in France, for Squire:
I suffered anguish that he’s never guessed.
Once I came home on leave: and then went west...
What greater glory could a man desire?


Da “Le reti di Dedalus” - rivista on line del Sindacato Nazionale Scrittori

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