6.8.16

Dai congressi ai seminari. Ecco i medici con lo sponsor (Michele Bocci)

In Italia è record di società scientifiche: 154.
Sono loro a decidere i medicinali da adottare.
Il 65% delle associazioni finanziate da case farmaceutiche.
E Big Pharma ci guadagna
La formazione dei medici con lo sponsor. Le aziende farmaceutiche finanziano la gran parte dei congressi, dei simposi e dei seminari delle società scientifiche, quelle che tra l’altro scrivono le linee guida per la cura delle malattie, decidendo quali medicinali e trattamenti vanno utilizzati. L’invadenza di Big Pharma quando si tratta di incontri scientifici è nota, ma ora è sancita da una ricerca uscita sul “British Medical Journal”. Un gruppo di giovani, specializzandi e specialisti, della società di igiene e medicina preventiva ha studiato i siti delle associazioni di specialisti. Il nostro Paese ha un numero record di queste realtà, così alto che non si è nemmeno in grado di quantificarlo con precisione. Secondo alcuni, compresa la federazione degli Ordini dei medici, potrebbero essere addirittura 500, ovviamente con una lunga serie di “doppioni”. Ad esempio ce ne sono almeno 3 di pneumologia, 6 o 7 di cardiologia, 4 di dermatologia. Se si valutano solo quelle più grandi, sono generalmente due per specialità, una ospedaliera e l’altra universitaria, con una impostazione tutta italiana, visto che in altri Paesi i numeri sono molto più bassi.
Per avere un dato certo, i ricercatori hanno preso in considerazione gli iscritti alla Fism, la Federazione delle società medico scientifiche. Delle 154 registrate, ne sono state valutate 131. Ebbene, i siti web rivelano come il 65% delle società hanno avuto una sponsorizzazione per l’ultimo congresso. Un dato che non dà certezza sul fatto che il 35% rimanente non abbia comunque ricevuto contributi, che per un congresso di medie dimensioni, da 300-500 persone riunite tre giorni, viaggia tra i 50 e i 100mila euro. I soldi servono a pagare i relatori e a dare vitto e alloggio agli ospiti. In meno del 5% dei siti valutati era pubblicato un codice etico dedicato anche al conflitto di interessi. Poca trasparenza, almeno sulla Rete, anche riguardo ai bilanci, pubblicati nel 6% dei casi. Lo studio sta facendo parecchio rumore nel mondo medico e la Fism annuncia di aver scritto al “British Medical Journal” per segnalare che contiene errori e imprecisioni.
«Abbiamo avviato questa ricerca perché ci siamo resi conto che quando volevamo organizzare i nostri incontri scattava l’automatismo della ricerca dello sponsor — dice uno degli autori, Alessandro Rinaldi — Si possono fare congressi con meno soldi, magari rinunciando a cene di gala e hotel costosi». Tra chi critica più duramente la ricerca c’è la Fism. Il presidente Franco Vimercati spiega che «ci sono varie imprecisioni nello studio. Riguardo alle sponsorizzazioni, è tutto previsto dalle norme sugli eventi di formazione. I soldi non possono essere usati per far parlare persone scelte dall’industria e più in generale il privato non deve condizionare i contenuti. Poi deve esserci trasparenza sui finanziamenti ». Per Vimercati un modo per avere meno bisogno delle case farmaceutiche ci sarebbe. «Il contratto dei medici prevede che l’1% del loro stipendio vada in un fondo per la formazione. Purtroppo le Asl spesso usano quel denaro per altro. Se ci dessero i nostri soldi non avremmo bisogno di sponsor». Riguardo alla gran quantità di società scientifiche, Vimercati spiega: «Se la pluralità è regolata ben venga, perché evita che comandino in pochi. Io parlo per gli iscritti alla nostra federazione, dei quali conosciamo caratteristiche e bilanci ». I quali sono sostenuti, quando si tratta di fare i congressi, da Big Pharma.


“la Repubblica” 11 giugno 2016

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