Trotsky nel 1897 |
Dum spiro spero! Finché vivo,
spero! Se fossi uno dei corpi celesti guarderei questo miserabile
globo di polvere e sudiciume con totale indifferenza. Ma sono un
uomo. E come uomo, la «storia del mondo», che a te,
divoratore di scienza, a te, contabile dell'eternità, sembra
soltanto un momento trascurabile della macchina del tempo, per me è
tutto nella vita! Fino all'ultimo respiro, combatterò per il futuro,
quel radioso futuro in cui l'uomo, bello e forte, diverrà il padrone
dell'incessante flusso della storia e lo dirigerà verso sconfinati
orizzonti di bellezza, di gioia e di felicità!
Il XIX secolo ha soddisfatto sotto vari
aspetti le speranze dell'ottimista, e sotto molti altri le ha deluse.
È stato giocoforza per lui trasferire la maggior parte delle sue
speranze nel XX secolo. Ogni volta che l'ottimista si trova di fronte
a qualche atrocità, esclama: «Come è possibile che ciò accada
alle soglie del XX secolo!». Quando disegna scene meravigliose di un
armonioso futuro, le inquadra nel XX secolo. E ora che questo secolo
è arrivato, che cosa ha portato come esordio? In Francia, la furia
velenosa dell'odio razziale; in Austria, contese nazionaliste; in
Sudafrica, l'agonia di un minuscolo popolo, assassinato da un
colosso; nella «libera» Inghilterra, gli inni di vittoria degli avi
di speculatori guerrafondai; in Oriente, drammatiche «complicazioni»;
ribellioni di masse popolari affamate in Italia, Bulgaria e Romania.
Odio e uccisioni, carestie e sangue.
Sembra come se il nuovo secolo, questo
gigantesco nuovo venuto, sia propenso, proprio all'arrivo, a
precipitare l'ottimista nel più nero pessimismo e nel nirvana
civile. «Morte all'utopia! Morte alla fede! Morte all'amore! Morte
alla speranza!» tuona il XX secolo con le sue salve di fuoco e il
rombo dei suoi cannoni. «Arrenditi, patetico sognatore. Sono io, il
tuo XX secolo tanto atteso, il tuo futuro.»
«No — replica l'indomabile ottimista
—, tu sei solo il presente».
Postilla
Questo straordinario testo scritto
daTrotsky nel 1901, a ventidue anni, e già riprodotto in Isaac
Deutscher, Il profeta armato. Trotskij 1879-1921, Longanesi,
Milano 1979, è ora nella antologia
curata da David Bidussa: Leon Trotsky, La vita è bella,
Chiere lettere, 2015
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