Le
ragazze prepararono dei tramezzini. Mangiarono, bevvero whisky e
cognac, ascoltarono jazz, parlarono ancora della Sicilia, e poi
dell’amore, e poi del sesso. Bellodi si sentiva come un
convalescente: sensibilissimo, tenero, affamato. «Al diavolo la
Sicilia, al diavolo tutto».
Rincasò
verso mezzanotte, attraversando tutta la città a piedi. Parma era
incantata di neve, silenziosa, deserta. «In Sicilia le nevicate
sono rare» pensò: e che forse il carattere delle civiltà era dato
dalla neve o dal sole, secondo che neve o sole prevalessero. Si
sentiva un po’ confuso. Ma prima di arrivare a casa sapeva,
lucidamente, di amare la Sicilia: e che ci sarebbe tornato.
- Mi
ci romperò la testa – disse a voce alta.
Il giorno della
civetta, Einaudi, 1961
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