5.12.16

“Sempre teso...”. L'allenamento di Socrate (Aulo Gellio, “Noctes Atticae”, II, I)

Il Socrate del Louvre
Abbiamo appreso che Socrate, tra le fatiche volontarie e gli allenamenti per rendere il corpo più resistente nelle varie circostanze della vita, si dedicasse anche a questo speciale esercizio: si dice che soleva stare dritto, nella stessa posizione, un giorno e una notte in continuazione, dalle prime luci del sole fino al suo spuntare nel giorno successivo, senza battere ciglio, immobile, con i piedi quasi incollati al suolo e il volto e lo sguardo costantemente diretti nella stessa direzione, in meditazione, come se mente e anima si fossero separati dal corpo. Di ciò parlò anche Favorino, che spesso raccontava della forza d'animo di quell'uomo: “Spesso – disse – stava in piedi da un sole all'altro, più eretto dei fusti degli alberi”.
Si tramanda anche che la sua temperanza fu così grande da fargli trascorrere in piena salute quasi tutto il tempo della vita. Perfino durante la disastrosa pestilenza che all'inizio della guerra del Peloponneso decimò la popolazione di Atene con la sua mortale infezione si racconta che Socrate, proprio per la sua frugalità e moderazione, scansasse i micidiali effetti dei piaceri e riuscisse a mantenere la sanità del corpo scampando al flagello che colpiva quasi tutti.


Le Notti Attiche,Utet, 2007 – Traduzione S.L.L.

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