22.2.17

A San Valentino e oltre. Non solo mele rosa, anche scorze d'arancia (Carlo Bogliotti)

Avrete notato i prezzi degli ortaggi. La situazione non è tanto migliorata rispetto alle settimane scorse. Avrete anche notato che si avvicina San Valentino, la festa degli innamorati, che in tv e sui social imperversa tra consigli per i regali e divagazioni tra il faceto e il grottesco. Beh, che si stia avvicinando San Valentino lo si nota anche nei mercati, sapete? Avete notato anche che sono apparse le mitiche, vagamente rosa, perfette mele con il bollino a marchio Pink Lady? Ma che fanno? Sono raccolte a febbraio? Maturano d’inverno? Neanche per sogno, anche qui il commercio trionfa sulla natura delle cose.
Le mele della «signora rosa» sono un marchio registrato, appartenente alla cosiddetta categoria delle «mele club» - di cui abbiamo molto parlato in passato - quelle di una varietà selezionata, poi brevettata, poi marchiata, poi venduta agli agricoltori con tutto il pacchetto per coltivarle: si parte con l’albero, assieme alle istruzioni, ma ci sono anche fertilizzanti giusti, cure e disinfestanti. Tutto compreso, tutto venduto a un prezzo per prometterne uno prestabilito per le mele al momento della raccolta. A molti - anche contadini - per ora conviene, ma chissà in futuro se questa scarsa libertà di scelta gioverà all’agricoltura italiana.
Le Pink Lady «escono» a San Valentino perché ai commercianti sembra il momento ideale. Le signore rosa vengono raccolte, come le altre mele, entro ottobre e poi stazionano nei magazzini ad atmosfera condizionata (niente di non salutare, intendiamoci) per essere commercializzate al momento più conveniente. Le Pink Lady devono avere un che di romantico, chissà. E pensano che siamo tutti più romantici a metà febbraio. Mah, intanto ditelo a chi è alle prese con un virus influenzale tra i più fastidiosi e che per riprendersi un po’ ha bisogno di spremute di ottime arance siciliane non trattate, con i cui resti - le scorze - può preparare un pensiero per il proprio amore: fatele bollire cinque volte e buttate sempre via l’acqua. Poi in una casseruola con la stessa quantità di acqua e zucchero fatele ribollire finché lo sciroppo non le candirà. Mettete a riposo e immergetele nel cioccolato, sciolto a bagnomaria. Che consolazione!

Per www.slowfood.it nella rubrica “Sabato al mercato”
La Stampa, 11 febbraio 2017  

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