Sempre ritorno fra le tue
pareti,
come a un rifugio, o casa
di mia gente!
Nessuno albergo mai,
nessun ostello,
per varie plaghe, fu più
seducente
del tuo silenzio, ove,
dal lungo esilio,
vengo a sanarmi d'ogni
mia ferita,
in colloquio coi morti
che mi amarono
perché nacque da loro la
mia vita.
Tu sola ridi, o casa di mia gente;
tu sola resti, in mezzo alla rovina
Tu sola ridi, o casa di mia gente;
tu sola resti, in mezzo alla rovina
di tutti i sogni miei
tristi e mendaci,
nell'ora di mia
vita che declina!
Tu sola vieni, o casa dell'infanzia,
al mio ricordo ed alla
mia speranza,
e, nel mio folle errore
senza quiete,
questa sola dolcezza oggi
mi avanza.
Tornerò bimbo sulle tue
terrazze,
guarderò, nelle notti,
le tue stelle
brillare sulle torri delle
chiese;
ci sarà il canto delle
mie sorelle,
ci sarà l'ombra di mia
madre e il grido
del vecchio gallo,
all'alba, nei cortili
e, dalle tue finestre,
nell'azzurro,
vedrò spuntare i
rinascenti aprili.
E sarà la mia gioia e la
mia pace:
l'unica gioia che può
dare il mondo
l'unica pace che può dar
la vita:
vivere sotto il bel sole
giocondo
di nostra terra, quello
che ci fulse
negli occhi quando noi
fummo creati
e morire così,
serenamente,
accanto ai nostri morti e ai nostri nati.
accanto ai nostri morti e ai nostri nati.
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