Mi dice mia madre, la
quale ogni tanto segue le chiacchiere e le (spesso finte) risse
politiche televisive, che l'aspirazione più grande e diffusa negli
adolescenti e nei giovani dai sondaggi risulta essere il posto fisso.
Non conosco l'origine di
codesta conclusione e la scientificità dei procedimenti seguiti per
arrivare ad essa, ma ad orecchio mi pare più che attendibile. C'è
un bisogno di stabilità e di sicurezza diffusissimo, a cui niente e
nessuno sembra dare risposte.
Ve lo ricordate quando i
cantori delle "magnifiche sorti e progressive" della new
economy e del turbocapitalismo esaltavano la flessibilità e la
mobilità e andavano raccontando che il posto fisso è una prigione a
vita per i lavoratori? Erano riusciti a
costruire "senso comune" e perfino i ragazzi avevano
creduto alla favola.
Ora, che l'ottimismo si è
esaurito, l'ideologia che viene propagata è imbevuta di fatalismo.
La precarietà e l'insicurezza vengono spacciate per un dato
ineliminabile della vita sociale, determinato dalle ferree leggi
dell'economia, e non considerate, come sono in realtà, vittorie (si
spera temporanee) del capitale nella sua diuturna guerra contro il
lavoro.
Stato fb 27 marzo 2017
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