23.4.17

Olfatto (Paolo Villaggio)

Sono un vecchio viaggiatore con una facoltà rara: se vengo portato in un cesso qualsiasi, il solo olfatto mi dice in quale parte del mondo mi trovo.
Vengo bendato da un bendatore professionista. Il naso mi viene tappato ermeticamente con cotone idrofilo e cera greca. Poi, chiuso in un sarcofago a tenuta stagna, sono imbarcato su un sommergibile. Undici giorni di navigazione nella stiva. Altri tre giorni e vengo paracadutato in una regione che neppure i piloti conoscono. Una squadra di soccorso, che non parla nessuna lingua conosciuta, mi porta in un cesso segnato sulla sua mappa segreta. Lì ci sono pronti due notai.
Mi tolgono i tappi e mentre sono ancora bendato: «Dicci dov’è! In Cappadocia? A Calcutta, vicino alla fogna principale del lebbrosario di Madre Teresa? O a Roma, in Piazza di Spagna?», «Roma!» urlo.
I due notai balzano in piedi: «Perché?». «Per l’odore di merda secca, orina, varechina e merda di giornata ancora liquida!». «Straordinario!» urlano i notai: «Ma questa merda dov’è?». «Dovunque: sul pavimento, sui miseri resti della tavoletta, ma anche, e questa è un’esclusiva della “città santa”, sulle pareti e sui soffitti! Indubbiamente opera di cagatori acrobati ingaggiati dai gestori dei locali per tramortire i turisti giapponesi…!».


Dalla rubrica Il benpensante, “il manifesto”, 6 gennaio 2012

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