2.6.17

Iu surfaru sugnu (Leonardo Sciascia)

Pietra di zolfo da Racalmuto al Museo di storia naturale di Copenaghen
IU SURFARU SUGNU. Io sono zolfo. All'origine del detto è un mimo. A un carrettiere che trasporta zolfo dalla miniera a porto Empedocle, un contadino chiede un passaggio. Per fargli posto sul carretto e a che il mulo non tiri un peso più grave del solito, il carrettiere butta giù tre o quattro “balate” (forme a piramide tronca del peso di una ventina di chili ciascuna). Ma a un certo punto, in salita, il mulo non ce la fa. Il carrettiere scende e dice al contadino di fare altrettanto. Ma il contadino, tranquillamente: “Iu surfaru sugnu”, io viaggio al posto dello zolfo. È da presumere avesse pagato il passaggio, ché il carrettiere (violenti e rissosi erano i carrettieri) lo avrebbe se no preso a “zuttati” (“zotta” era la frusta, di cordicella intrecciata e infiocchettata).
Si dice “iu surfaru sugnu” in senso fisico quando non ci si vuole scolodare; in senso morale quando non si vuole dare opinione su un dato argomento, specie se controverso o rischioso. 

da Occhio di capra, Einaudi, 1984

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