20.10.17

L’aurora. Una poesia di Federico Garçia Lorca

L’aurora di New York ha
quattro colonne di fango
e un uragano di negre colombe
che guazzano nelle acque putride.

L’aurora di New York geme
sulle immense scale
cercando fra le lische
tuberose di angoscia disegnata.

L'aurora viene e nessuno la riceve in bocca
perché non c’è domani né speranza possibile.
A volte le monete in sciami furiosi
trapassano e divorano bambini abbandonati.

I primi che escono capiscono con le loro ossa
che non vi saranno paradiso né amori sfogliati;
sanno che vanno nei fango di numeri e di leggi
nei giuochi senz’arte, in sudori infruttuosi.

La luce è sepolta con catene e rumori!
in impudica sfida di scienza senza radici.
Nei sobborghi c’è gente che vacilla insonne
appena uscita da un naufragio di sangue.


Da Poeta a New York (1932), Guanda, 1962 – Traduzione Carlo Bo

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