12.11.17

Necrologi. Nunzio Gallo, l'amico di tutti (Antonio Tricomi)

E ora davvero si chiude un'epoca. Nunzio Gallo è morto nella notte tra venerdì e sabato a Telese, in un centro di riabilitazione dov'era ricoverato da cinquanta giorni per le conseguenze dell'emorragia cerebrale che lo aveva colpito il 23 settembre scorso. Il cantante e attore napoletano avrebbe compiuto ottant'anni tra un mese: i funerali si svolgeranno domani alle 11.30 nella basilica di San Ferdinando in piazza Trieste e Trento. Si tratta della cosiddetta chiesa degli artisti: la stessa nella quale erano stati officiati i riti funebri di Nino Taranto, Roberto Murolo e Sergio Bruni. In prima fila c'era sempre Nunzio Gallo: l'atteggiamento sobrio, lo sguardo assorto ma vigile, quasi a controllare che tutto andasse per il verso giusto. Coltivando la dignitosa consapevolezza che, un pezzo alla volta, una voce alla volta, il suo mondo andava scomparendo.
Di questo mondo, classico e popolare a un tempo, Nunzio Gallo era un po' l'ago della bilancia. E questo rende la sua scomparsa ancora più emblematica. Era sinceramente amico di tutti: anche di quelli che non erano amici tra loro. Ma lui non coltivava invidie né gelosie. «Chi dovrei invidiare»?, diceva. «Ho avuto successo in qualunque attività mi sia cimentato. E chi mi dovrebbe invidiare? Ho sempre ricevuto gentilezze da tutti. O almeno da quelli che io considero i più grandi: Tito Schipa, Anna Magnani, Totò ed Eduardo De Filippo. Adoravo queste persone e ne ero ricambiato. Vado sempre incontro alla gente, forse è una cosa che ho appreso dalla mia famiglia e dal rione nel quale sono cresciuto».
Gallo nasce il 25 marzo 1928 al vico Paradiso, rione Pignasecca. Figlio di un fruttivendolo, ha sei fratelli. In casa tutti amano cantare, ma la voce di Nunzio di distingue per la sua purezza. La ascolta un tenore vicino di casa, che un giorno si presenta a casa di don Gennaro Gallo per chiedergli di permettere al figlio di studiare canto. «Ci riunimmo tutti e nove per discuterne. E fummo tutti d'accordo: io avrei studiato mentre gli altri fratelli avrebbero aiutato mio padre al banco della frutta...». La fama di Nunzio cresce nel popoloso rione. Ogni domenica canta in chiesa, accompagnato al piano da un ragazzino che ha qualche anno meno di lui: si chiama Roberto De Simone, i due non si perderanno mai di vista. Dopo gli studi privati con il tenore vicino di casa, vengono il Conservatorio e il diploma in canto lirico. A poco più di vent'anni Nunzio è alla Scala di Milano, dove ha il tempo di cantare con Tito Schipa e di litigare con il leggendario soprintendente Ghiringhelli. Il ragazzo cresce in fretta. Prima svolta, il teatro con Anna Magnani. Seconda svolta, la musica leggera, che gli regala il grande successo. Vince una Canzonissima, poi il festival di Sanremo (in coppia con Claudio Villa), due Festival di Napoli. Nel 1961 vende un milione di copie con Sedici anni. Intanto nel '59 si è sposato con Bianca Maria. Nasceranno quattro figli: Jerry, Gianfranco, Loredana e Massimiliano. Il secondo e il quarto fanno gli attori. Negli anni più recenti, Gallo è soprattutto attore, in teatro e al cinema: l'ultima apparizione nel 2006 nel film di Antonio Capuano La guerra di Mario.


“la Repubblica”, 24 febbraio 2008  

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