È ormai passato un anno
dalla tragica scomparsa di Luigi Tenco: e un anno non è stato
sufficiente perché quell'episodio servisse ad insegnare qualcosa,
per lo meno all'interno di quel mondo — il mondo della canzone —
che a quell’episodio è indissolubilmente legato.
Si dirà che i dischi di
Tenco sono stati ristampati in tutte le salse ed hanno raggiunto
cifre di vendita che da vivo, quando quelle canzoni le aveva scritte,
cantate ed anche sofferte, Tenco forse solo sognava di poter un
giorno raggiungere. Si dirà che l'ombra di Tenco è servita a
portare alla vittoria della squallidissima Partitissima una
Dalida. Non sono mancate neppure canzoni a lui dedicate, una portata
all'ultimo Cantagiro. neppure brutta. Ma siamo sempre su un piano,
diciamolo francamente, merceologico, sul piano di quelle «leggi di
mercato» contro le quali la carriera del cantautore genovese invece
si è infranta.
Quanto è avvenuto, un
anno fa. a poche centinaia di metri dall’elegante e mondano salone
delle feste del Casinò di Sanremo non poterà venire cancellato,
come forse molti avrebbero preferito, ed allora si è messo il
personaggio di Tenco in una sorta di museo, lo si è sublimato, dopo
le iniziali, squallide reazioni di certi ambienti e, purtroppo, anche
di certa stampa ufficialissima (a cominciare da un articolo del
direttore del Radiocorriere), si è sublimato in modo che
l'episodio perdesse quel suo peso imbarazzante. Cosi, a un anno di
distanza, quella morte e le cause che l'hanno determinata rimangono
quello stesso «gesto assurdo» che servì ad ammutolire per meno di
una giornata il mondo discografico italiano concentrato a Sanremo.
Sanremo: ecco, il
festival, che allora, nonostante tutto. continuò, senza neppure un
fiore dell'organizzazione sul feretro del cantante, adesso sta per
ricominciare la sua ridda canora. I grandi nomi, soprattutto
stranieri, servono anche a questo: a far dimenticare, a dare una
nuora solennità mondana, ed anche commerciale, al Festival.
Assurdo – certo - è
assurdo che nulla, in fondo, sia cam hiato. Ma poteva cambiare?
Poteva una morte modificare ciò che la rifa non modifica va?
Aspettarsi una rivoluzione da parte dell'ingranaggio sarebbe stato
assurdo, ingenuo. Purtroppo, la lezione, se di lezione si deve
parlare, non sembra essere stata accolta neppure dai compagni di
lavoro di Tenco in tutto un anno. La canzone italiana non ha ancora
trovato una sua nuova dignità. L'artificio furbesco dei tecnici e
dei mestieranti sembra ancora essere l'unica strada, o almeno la
strada maestra della canzone italiana. Ancora oggi, quando altrove la
canzone e la musica cosiddetta leggera hanno compiuto radicali
evoluzioni.
L'anniversario della
morte di Luigi Tenco sembra essere stato ricordato solo da un
quotidiano milanese e da un giornale giovanile che ha indetto un
premio dedicato al nome del cantautore ligure, da assegnare
all'eventuale canzone sanremese il cui testo abbia una dignità
meritevole di tale premio. Resta il fatto che le canzoni sono state
scritte prima del lancio di tale premio e cerio con ben altri
intenti.
Quanto all'organizzazione del Festival, a quanto si sa, non ha nessuna intenzione di ricordare Tenco. E, a ben guardare, è molto meglio così, molto meno falso, meno squallido.
Quanto all'organizzazione del Festival, a quanto si sa, non ha nessuna intenzione di ricordare Tenco. E, a ben guardare, è molto meglio così, molto meno falso, meno squallido.
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